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Covid: report Fiaso, ricoveri in calo -12,6% in ultimi 7 giorni

8 Febbraio 2023

Roma, 8 feb. (Adnkronos Salute) – Due mesi di costante discesa dei ricoveri Covid negli ospedali. “Nell’ultima settimana -12,6% il dato complessivo. In calo anche le terapie intensive -28,6% di pazienti con infezione da Sars-Cov-2”. È quanto emerge dalla rilevazione degli ospedali sentinella aderenti alla rete della Fiaso, la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere del 7 febbraio. “Come nella precedente settimana – si legge nel report – si verifica un calo netto dei ricoveri ‘per Covid’, ovvero con insufficienza respiratoria o polmonite, -22% il dato registrato, effetto tardivo ma imponente della diminuzione dei contagi tra la popolazione. L’82% di questi pazienti è vaccinato da più di sei mesi, con una età media di 68 anni, nella gran parte affetto da altre patologie”.

“Negli ospedali tornano a essere più presenti i pazienti ricoverati ‘con Covid’, ovvero pazienti che sono arrivati in ospedale per la cura di altre patologie, sono positivi al virus ma non hanno sintomi respiratori e polmonari – evidenzia il report Fiaso – Occupano il 65% dei posti letto Covid complessivi, hanno una età media di 69 anni e il 66% è vaccinato da oltre sei mesi”. Per quanto riguarda le terapie intensive, “il calo dei pazienti ricoverati ‘per Covid’ è superiore al 50%, sale al 71% la percentuale dei soggetti vaccinati da oltre sei mesi con una età media di 71 anni”, conclude il report.

“Sono noti i contenuti del dibattito instauratosi nel corso degli ultimi anni circa l’effettiva capacità dei vigenti criteri di riparto di rappresentare esattamente il bisogno di salute delle diverse regioni italiane, e quindi in merito alla necessità di definire nuovi parametri per la definizione dei fabbisogni regionali standard. Proprio in ragione di ciò – ha osservato Schillaci – le Regioni sono ripetutamente intervenute sugli esiti delle proposte di riparto ministeriali costruiti sulla base dei costi standard, riequilibrandone le risultanze attraverso una mirata allocazione della cosiddetta ‘quota premiale’ (pari allo 0,25% del livello annuo del Fondo sanitario sulla base della normativa attualmente vigente) ai sensi dell’articolo 2, comma 67-bis, della legge 23 dicembre 2009, numero 191”.

“Nel corso degli ultimi anni, quindi, il riparto di detta quota premiale è stato ritenuto complementare alle risorse assegnate in applicazione dei costi standard, costituendo quindi una componente importante nella definizione delle risorse complessive assegnate ad ogni Regione. A decorrere dal 2015 si sarebbero dovuti definire nuovi pesi e criteri per il riparto del Fondo sanitario. Tale risultato si è ottenuto solo quest’anno”, ha ricordato il ministro della Salute.

“Infatti, in sede di accordo politico per la ripartizione delle risorse finanziarie destinate al Servizio sanitario nazionale per l’anno 2022, raggiunto il 2 dicembre, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha condiviso l’applicazione, a decorrere dall’anno 2023, dei nuovi criteri per la ripartizione del fabbisogno sanitario standard proposti dal ministero della Salute, prevedendo però – ha osservato Schillaci – che la quota da ripartire in funzione dei tassi di mortalità della popolazione under 75 anni sia pari allo 0,75% del totale delle risorse disponibili e che la quota da ripartire in funzione delle condizioni socioeconomiche dei territori (povertà relativa individuale, livello di bassa scolarizzazione, tasso di disoccupazione) sia anch’essa pari allo 0,75% del totale delle risorse disponibili. Conseguentemente, la quota di fabbisogno sanitario indistinto pari al 98,5% sarà ripartita sulla base dei criteri consolidati di cui al decreto legislativo numero 68 del 2011”.

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