Superbonus, Confassociazioni: “Non si comprende decreto che non salvaguarda imprese e famiglie”
Roma, 21 feb. (Labitalia) – “Sebbene si possa comprendere la necessità del governo di rallentare l’emorragia data dai flussi passivi generati dai bonus non si può comprendere l’introduzione di un decreto che non salvaguardi le imprese e le famiglie che hanno già avviato gli interventi di riqualificazione energetica dei propri immobili”. Lo ha ribadito ieri il presidente di Confassociazioni energia e sostenibilità, Antonio De Tata, nel corso del confronto tra il governo e le associazioni di rappresentanza dei comparti edili e finanziari coinvolti nelle attività legate ai bonus edilizi sui quali il governo è intervenuto lo scorso venerdì attraverso l’emanazione di un decreto che ne ha decretato l’immediata cessazione.
“Riteniamo inoltre – ha proseguito – che la scelta della cartolarizzazione dei crediti, sebbene ipotizzabile per interventi di medio e lungo termine, non sia congeniale per la risoluzione di interventi che prevedano misure di urgenze mentre vediamo perseguibile la scelta della compensazione degli F24 dei clienti da parte delle banche oppure l’intervento delle società partecipate per l’acquisto di suddetti crediti”.
“Un altro punto strategico – ha sottolineato – intervenire è il differimento dei termini posti per il completamento degli interventi edilizia avviati, primo tra tutti quello per l’ultimazione degli interventi sulle unità unifamiliari previsto per il prossimo 31 marzo. Complice l’impossibilità delle aziende di recuperare la liquidità bloccata sui cassetti fiscali delle banche da ormai 12 mesi nonché i lunghi tempi di reperimento dei materiali, si tratta di un termine che non potrà mai essere rispettato. Una proposta pragmatica sarebbe quella di differire tale termine di almeno 6 mesi al fine di consentire l’ultimazione dei lavori evitando così decine di migliaia di contenzioni giudiziari”.
Anche le 33 associazioni di amministratori immobiliari facenti parti dell’organismo nazionale del condominio di Confassociazioni hanno espresso le proprie profonde perplessità sulle misure prese dal Governo attraverso le parole di Federica De Pasquale che presiede l’organismo stesso.
“Pur comprendendo le motivazioni – ha sostenuto Federica De Pasquale che è anche vice presidente nazionale di Confassociazioni – che hanno spinto il governo ad intervenire con il decreto legge 11/2023, che prevede l’eliminazione della cessione del credito occorre, però, che l’esecutivo abbia ben chiaro che si rischia la paralisi totale nel deliberare qualsiasi forma di ristrutturazione edilizia in ambito condominiale”.
“Chi come noi – ha sottolineato la presidente De Pasquale – rappresenta oltre trenta Associazioni del comparto condominiale sa che la maggioranza dei proprietari ha già enormi difficoltà a pagare le rate condominiali ordinarie. Davanti ad un simile scenario, dovuto all’aumento dei prezzi in generale e non solo delle bollette di luce e gas, risulta evidente che i condomini saranno sempre più restii a partecipare ad assemblee per approvare qualunque tipo di ristrutturazione edilizia”.
“Per evitare questo blocco totale – ha aggiunto – sarebbe opportuno che il governo decida di lasciare almeno la possibilità della cessione del credito per il condomino incapiente. Agevolazione, ricordo, nata a suo tempo, su mia proposta, proprio per consentire il raggiungimento del quorum necessario per deliberare le ristrutturazioni, considerato che il maggior numero dei condomini in un edificio è rappresentato proprio da proprietari pensionati o in gravi ristrettezze economiche”.
“Saremo molto attenti – ha detto il presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana – alle prossime mosse del Governo, al quale dobbiamo dare peraltro atto di aver posto grande attenzione alle nostre osservazioni e alle nostre proposte nel tavolo di ieri e di aver riconvocato il presidente di Confassociazioni energia e sostenibilità, Antonio De Tata, al tavolo tecnico ristretto che avrà luogo da qui ad una settimana per approfondire le tematiche discusse”.
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