app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Cattive abitudini alimentari costano 50 mld l’anno, dieta mediterranea perde pezzi

21 Febbraio 2023

Roma, 21 feb. (Adnkronos Salute) – In Italia “la cattiva malnutrizione e le cattive abitudini alimentari hanno un costo superiore ai 50 miliardi l’anno, parliamo di diabete mellito, malnutrizione e di obesità”. Così Antonino De Lorenzo, ordinario di Alimentazione e Nutrizione umana presso l’Università Tor Vergata di Roma, oggi a Roma nel suo intervento all’apertura della Conferenza nazionale sulla nutrizione al ministero della Salute. Mentre sulla famosa e tanto invidiata dieta mediterranea, “c’è una sua erosione: meno del 20% degli italiani la segue, siamo sempre più sovrastati da cibi iperpalatabili”, rimarca lo specialista. Mentre dovremmo “puntare sulla formazione del consumatore rispetto all’offerta di cibo, alla qualità degli alimenti nelle mense e sui territori, e poi anche all’addestramento dei giovani””, suggerisce De Lorenzo.

“Oggi dobbiamo fare i conti con il sistema sanitario universale e sostenibile, ma una grande attenzione non c’è mai stata per il ruolo degli stili di vita e la nutrizione nel senso di risparmio reale per il Servizio sanitario nazionale – evidenzia l’esperto – Mentre si possono vedere risultati tangibili e immediati, un esempio è il piano di reversione del diabete messo in campo nel Regno Unito lavorando sulla perdita di peso efficace con un piano alimentare e i risultati sono enormi. In meno di tre mesi il diabete conclamato ha subito una reversione, questo deve essere l’obiettivo per le malattie cronico-degenerative. Oggi abbiamo la personalizzazione delle cure che rende efficace gli interventi anche più dei farmaci”.

Ma con quali risorse? “Purtroppo viaggiamo con un definanziamento del Ssn, dovremmo avere il 10% del Pil investito in sanità per far funzionare al meglio il sistema – osserva De Lorenzo – Potremmo andare bene con un +1,4% del Pil investito e questo porterebbe ad avere un sistema resiliente. Una percentuale così divisa: 0,7 personale, 0,4 tecnologie e 0,3 alla prevenzione e nutrizione. Quest’ultimo punto potrebbe portare a risultati veramente efficaci, visto che poi l’attuale investimento previsto dalle legge, il 5% delle risorse in prevenzione, non è mai stato del tutto speso e usato realmente”.

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Besciamella vegetale, zero insaccati e frutta secca, il menù di Natale a prova di reni

10 Dicembre 2024
Roma, 10 dic. (Adnkronos Salute) – Lasagna rivisitata, pesce a volontà e carne facendo attenzione…

Mulè (Fi): “Gestione diabete 1 è anche una questione culturale”

10 Dicembre 2024
Roma, 10 dic. (Adnkronos Salute) – “Accanto alla prevenzione medica c’è un altro tipo di prevenzi…

Diabete, disponibile nuovo sistema integrato erogazione automatica insulina

10 Dicembre 2024
Roma, 9 dic. (Adnkronos Salute) – E’ disponibile in Italia il sistema avanzato ibrido ad ansa chi…

Team Gemelli-Bambino Gesù salva il piccolo cuore di Marco

10 Dicembre 2024
Milano, 10 dic. (Adnkronos Salute) – Gioco di squadra tra Gemelli e Bambino Gesù di Roma per salv…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI