L’internazionale dei violenti che uccide il calcio
Lo sfacelo attuato dai tifosi dell’Eintracht avvenuto ieri a a Napoli: sapevamo tutto, avevamo previsto tutto e il risultato è evidente
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L’internazionale dei violenti che uccide il calcio
Lo sfacelo attuato dai tifosi dell’Eintracht avvenuto ieri a a Napoli: sapevamo tutto, avevamo previsto tutto e il risultato è evidente
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L’internazionale dei violenti che uccide il calcio
Lo sfacelo attuato dai tifosi dell’Eintracht avvenuto ieri a a Napoli: sapevamo tutto, avevamo previsto tutto e il risultato è evidente
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Lo sfacelo attuato dai tifosi dell’Eintracht avvenuto ieri a a Napoli: sapevamo tutto, avevamo previsto tutto e il risultato è evidente
Il senso di sconforto per quanto accaduto ieri a Napoli è enorme. Sapevamo tutto, avevamo previsto tutto e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Uno sfacelo, oltre che fra le vie del centro cittadino, a ridosso dei celebri alberghi del lungomare e dei luoghi più iconici della città, per la nostra idea di prevenzione e lotta agli imbecilli del pallone. Di salvaguardia di un bene preziosissimo come l’amore per lo sport più popolare al mondo.
Assurdo il balletto fuori tempo massimo sul divieto di trasferta per i tedeschi – con grotteschi ricorsi – incredibilmente bollato come un intollerabile sopruso di chissà quale primigenio diritto (di menare e sfasciare?) dal presidente dell’Uefa Ceferin e dallo stesso Eintracht. Era all’evidenza sacrosanto. Era. Per i numerosi precedenti che hanno coinvolto le frange estreme di teppisti al seguito dei bianconeri e per l’arcinota vendetta giurata dei beoti locali.
Perché questo è un punto essenziale: il virus dell’idiozia si è ormai diffuso in modo spaventoso a livello internazionale fra gli organizzatissimi violenti e imbecilli al seguito di praticamente tutte le principali squadre di calcio europee. Un’internazionale della cretineria che vive le stagioni nazionali ed internazionali dei club esclusivamente nell’ottica delle occasioni per far casino, danni e cercare di mettere le mani addosso all’ultras avversario. Anche trasversalmente, come nel caso degli atalantini in trasferta insieme a quelli del Francoforte contro gli odiatissimi napoletani o di questi ultimi pronti a sostenere in ogni occasione quelli del Borussia Dortmund o del Paris Saint-Germain.
Siamo evidentemente da anni oltre la follia, eppure consentiamo a centinaia di energumeni di calare come gli Unni sulle città. Almeno non riusciamo a impedirlo. Non riuscendo a coordinarsi, in questo caso, con la polizia tedesca e trovandosi poi con le donne e gli uomini delle forze dell’ordine a fare da bersaglio mobile per evitare la devastazione totale e lo scontro diretto fra opposte fazioni.
Dire che la prevenzione abbia fallito è il minimo, è sotto gli occhi di tutti, ma non basta. Come accennato in apertura, l’Uefa dorme, lancia pompose campagne sul FairPlay (lasciamo perdere quello finanziario che ci scappa da ridere o da piangere) e contro il razzismo, ma poi non comprende e non agisce adeguatamente contro un fenomeno che sta distruggendo il calcio da dentro.
Perché le immagini di ieri intaccano nell’anima questo sport, allontanano giovani e famiglie, tolgono acqua alla passione. Poi, possiamo fare quelli che considerano tutto inevitabile, arrenderci all’evidenza e aspettare i sorteggi di domani non per scoprire contro chi giocherà il Napoli, ma quale puzzle di sprangatori e picchiatori si comporrà nell’urna della Champions League. E allora buonanotte.
di Fulvio Giuliani
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