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Covid, l’indagine: prescritti tanti antibiotici e cortisonici ma pochi antivirali

17 Marzo 2023

Roma, 17 mar. (Adnkronos Salute) – Sul fonte delle cure per Covid-19, secondo il 65,2% dei medici di medicina generale, il 42,3% di specialisti e il 43,8% di farmacisti, nell’ultimo anno si è registrata una sovra-prescrizione di antibiotici, antinfiammatori, cortisonici e integratori per il sistema immunitario, e una sotto-prescrizione, invece, per i farmaci antivirali specifici per Covid-19 per i pazienti non in regime di ricovero. E’ quanto emerge dall’indagine realizzata da Cittadinanzattiva in collaborazione con associazioni di pazienti, medici, farmacisti e società scientifiche.

In riferimento agli antivirali, medici, società scientifiche e farmacisti (rispettivamente il 65,2%, 50% e 45,7%) individuano la principale criticità nella mancata comunicazione nei tempi previsti dello stato di positività al Covid-19 da parte del paziente; così come le difficoltà di erogazione delle stesse terapie antivirali sono da rintracciarsi nei tempi ristretti tra l’accertamento della positività e quelli previsti per l’avvio della terapia (per il 47,8% dei medici di medicina generale, il 41,3% delle società scientifiche e il 54,3% dei farmacisti). Le società scientifiche e i farmacisti segnalano (rispettivamente tra il 30% e il 40% circa) poca conoscenza riguardo tali farmaci e a proposito della prescrizione di alternative terapeutiche; problema, questo, meno segnalato dai medici di medicina generale.

“Il contrasto al Covid è una battaglia ancora in corso e non dobbiamo abbassare la guardia – commenta Valeria Fava, responsabile coordinamento politiche per la salute di Cittadinanzattiva – I dati emersi dalla survey suggeriscono che per assicurare l’accesso alle cure per Covid-19, è necessario lavorare ancora molto sull’informazione e sulla consapevolezza dei cittadini rispetto ai rischi del Covid sulla salute e quindi sensibilizzare sui comportamenti da adottare per favorire al massimo la tempestività nella presa in carico da parte dei medici e l’avvio delle terapie più appropriate nei tempi utili. Dall’altra è importante lavorare sulla formazione di medici e farmacisti per accrescere le competenze su queste terapie e favorire così la garanzia dell’accesso alle cure”.

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