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Veneto, compensi fino a 1.400 euro a medici specializzandi in prima linea

11 Aprile 2023

Milano, 11 apr. (Adnkronos Salute) – Il governatore del Veneto Luca Zaia ha firmato un protocollo d’intesa con le università di Padova e Verona, siglato per gli atenei dai due rettori, sui criteri e le modalità di erogazione dei benefici ai medici specializzandi – previsti dalla legge regionale nr. 34 del 17 novembre 2020 – in relazione all’impegno profuso per far fronte all’emergenza Covid-19. La Giunta veneta, su proposta dell’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, ha già stanziato la somma complessiva di 784mila euro. I beneficiari – spiega una nota regionale – sono suddivisi in tre fasce individuate a seconda dell’entità dell’impegno richiesto, con un compenso massimo di 1.400 euro per la prima, 750 euro per la seconda e 350 euro per la terza.

“Questi giovani medici hanno dato un contributo fondamentale in un lungo periodo di tempo coinciso con la più grave emergenza sanitaria della nostra storia moderna. Per questo quanto stanziato per loro ha prima di tutto un significato di gratitudine, che rinnovo in questa occasione”, dichiara Zaia.

Il protocollo – riferisce la Regione – prevede che i criteri per il riconoscimento dei benefici legati all’emergenza Covid siano “il disagio da impegno profuso nell’esercizio delle proprie funzioni; il disagio organizzativo; l’entità potenziale del rischio biologico; il grado di continuità dell’incidenza dei primi tre criteri nel periodo tra il 21 febbraio 2020 e la conclusione dello stato di emergenza”.

La prima fascia di beneficiari, per la quale si prevede il massimo compenso, comprende “gli specializzandi che, nelle unità operative di assegnazione, sono stati coinvolti in modo prevalente nelle attività mediche e assistenziali contraddistinte da massimo disagio organizzativo e di massimo rischio biologico potenziale. La seconda fascia riguarda “gli specializzandi impegnati in attività connesse all’emergenza Covid attraverso attività di supporto da medio disagio organizzativo e rischio biologico potenziale”. La terza fascia interessa “gli specializzandi impegnati in reparti, servizi, o attività contraddistinti da basso disagio organizzativo e basso/medio rischio biologico potenziale, che nel periodo dell’emergenza hanno risposto a fabbisogni assistenziali non assicurabili in reparti Covid dedicati”.

Il 100% degli importi pro capite – riporta ancora la Regione – sarà assegnato qualora la presenza presso i servizi o i reparti sia stata pari o superiore al 60% del numero delle giornate complessive di attività effettuabili in relazione all’impegno richiesto. Il 70% sarà assegnato qualora la presenza sia stata tra il 40 e il 60% delle giornate. Il 40% andrà a chi ha erogato una presenza tra il 20 e il 40%. Ad attestare l’impegno erogato saranno le direzioni sanitarie delle Ulss e delle aziende ospedaliere interessate.

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