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Gimbe su Def, da 2025 rapporto spesa Pil al 6,2%, minore di pre-pandemia

18 Aprile 2023

Roma, 18 apr. (Adnkronos Salute) – Sono “preoccupanti i segnali di definanziamento della sanità” che emergono dall’analisi del Def 2023. A partire dal 2025, infatti, “il rapporto spesa sanitaria/Pil si attesta al 6,2%, inferiore a livelli pre-pandemia”. Lo evidenzia la Fondazione Gimbe che analizza nel dettaglio il Documento di economia e finanza approvato lo scorso 11 aprile dal Consiglio dei ministri e che certifica per l’anno 2022 una spesa sanitaria di 131.103 milioni di euro, inferiore di quasi 3 milioni rispetto ai 133.998 milioni di euro previsti dall’ultima ‘Nota di aggiornamento Def’ 2022.

Queste, nel dettaglio, le analisi indipendenti della Fondazione Gimbe sulle previsioni di spesa sanitaria per l’anno 2023 e per il triennio 2024-2026. Per il prossimo anno, scende il rapporto spesa sanitaria/Pil rispetto al 6,9% del 2022, anche se in termini assoluti la previsione di spesa sanitaria è di 136.043 milioni di euro, ovvero 4.319 milioni di euro in più rispetto al 2022 (+3,8%). “Tuttavia il roboante incremento di oltre quattro miliardi di euro nel 2023 – precisa il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta – è solo apparente: sia perché oltre due terzi (67%) costituiscono un mero spostamento al 2023 della spesa sanitaria prevista nel 2022 per il rinnovo contrattuale del personale dirigente, sia per l’erosione del potere di acquisto visto che secondo l’Istat ad oggi l’inflazione acquisita per il 2023 si attesta a +5%, un valore superiore all’aumento della spesa sanitaria che, invece, si ferma a +3,8%”.

Nel triennio 2024-2026, a fronte di una crescita media annua del Pil nominale del 3,6%, il Def 2023 stima quella della spesa sanitaria allo 0,6%. Il rapporto spesa sanitaria/Pil si riduce dal 6,7% del 2023 al 6,3% nel 2024 al 6,2% nel 2025-2026. Rispetto al 2023, in termini assoluti la spesa sanitaria nel 2024 scende a 132.737 milioni di euro (-2,4%), per poi risalire nel 2025 a 135.034 milioni (+1,7%) e a 138.399 (+2,5%) nel 2026. “È del tutto evidente – spiega Cartabellotta – che il risibile aumento medio della spesa sanitaria dello 0,6% nel triennio 2024-2026 non coprirà nemmeno l’aumento dei prezzi, sia per l’erosione dovuta all’inflazione, sia perché l’indice dei prezzi del settore sanitario è superiore all’indice generale di quelli al consumo. In altri termini, le previsioni del Def 2023 sulla spesa sanitaria 2024-2026 certificano evidenti segnali di definanziamento: in particolare il 2024, ben lungi dall’essere l’anno del rilancio, fa segnare un -2,4% che dissolve ogni speranza di nuove risorse per la sanità nella prossima legge di Bilancio”.

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