app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Psichiatria: Sinpia, ‘papà aggressore trauma forte, tornerà mille volte’

9 Maggio 2023

(Adnkronos Salute) – “C’è un trauma ancora più forte nelle situazioni in cui una persona che doveva essere di tutela e protezione diventa un aggressore che spazza via la propria famiglia. C’è proprio un rovesciamento dei ruoli. Sicuramente questo bambino”, il figlio di 5 anni di Taulant Malaj, l’uomo che a Torremaggiore (Foggia) ha ucciso la figlia Jessica 16enne, il vicino di casa e ferito la moglie, mentre lui era nascosto dietro un divano, “avrà bisogno non solo di tutto l’affetto e la forza della sua mamma, ma di tutte le persone intorno”. Perché questo è “evidentemente un trauma molto difficile da risolvere”, riaffiorerà “mille volte e ogni volta bisognerà trovare un nuovo punto di equilibrio”. A spiegarlo all’Adnkronos Salute è Antonella Costantino, past presidente della Sinpia, Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza.

“Di solito – illustra l’esperta – per le situazioni di questo tipo, di violenza e femminicidi, dovrebbero essere attivate nelle Asl delle équipe specialistiche di supporto psicologico che sono a disposizione nell’affiancamento, per aiutare le vittime ad affrontare il trauma. Per fortuna le persone hanno anche tante risorse. Ovviamente non è solo l’intervento psicologico che aiuta a riattivarle e a ritrovare dei punti di riferimento, delle sicurezze, delle positività. Ma è anche il fatto che tutta la collettività intorno sia capace di sostenere e supportare, di non essere giudicante o critica su quali possano essere state le motivazioni” di ciò che è accaduto, “su quella che è la vita delle persone”. Una comunità “che sia supportiva rispetto alla tragedia che queste persone hanno incontrato. E’ fondamentale”.

Che tipo di percorso può essere seguito per superare il trauma? “Ci sono tutta una serie di tecniche psicologiche su cui è stata dimostrata l’efficacia che vengono usate per affrontare i traumi – illustra Costantino – Si muovono su più livelli e puntano ad aiutare le persone direttamente colpite e quelle che stanno loro vicine a capire quali sono i modi per ‘stabilizzarsi’. Quello che succede infatti nel post trauma è che ci sono dei momenti di grandissima crisi di angoscia, e di fatica a differenziare dalla realtà attuale i ricordi, che arrivano in modo invadente e invasivo, e gli incubi. Ci sono poi una serie di strategie che possono essere diverse da persona a persona, e che aiutano invece a respirare, a riprendere fiato, a staccarsi, per far scendere il livello di attivazione e ritrovare l’equilibrio. Infine, ci sono una serie di tecniche psicoterapiche vere e proprie per rielaborare il trauma subito”.

L’altra capacità “che deve avere il contesto che circonda queste persone deve essere quella di non parlare continuamente di quello che è successo, né di non parlarne mai. Ma ‘andare e venire’, a seconda di ciò di cui un bambino”, come il piccolo che ha assistito alla strage di Torremaggiore, “ha bisogno”, evidenzia Costantino. “Ad esempio – precisa – non si dovrà né cancellare la memoria della sorella, né riempire la casa solo di sue foto e parlare solo di lei. Va trovato un punto di equilibrio. Ed è un po’ quello che poi è il meccanismo anche fisiologico che abbiamo nel nostro cervello per affrontare i traumi: andare e venire, e trovare degli ascolti differenziati dalle persone che abbiamo intorno”.

In altre parole, approfondisce l’esperta, “non funzionano né le vecchie teorie del ‘meno se ne parla e meglio è’, né” l’opposto, cioè “le teorie del ‘dobbiamo parlare sempre finché non abbiamo digerito la cosa’”. Ancora una volta, ribadisce la neuropsichiatra, “va trovato un equilibrio, che è diverso da persona a persona ed è da calibrare su misura, con tutto il supporto, l’empatia e l’affetto possibile da tutti quelli che circondano” le vittime di questo dramma. “Oltre – ricorda – al raccordo con i tecnici che aiutano anche il contesto a calibrarsi sui bisogni specifici della persona”.

La speranza di recupero “c’è, per fortuna – osserva Costantino – Gli esseri umani sono straordinari nella loro capacità di ritrovare un equilibrio e di investire di nuovo positivamente nel futuro. Certamente la vita di questo bimbo non sarà più quella di prima, ma ciò nonostante non significa che non possa avere in futuro una buona vita. Poi ci saranno tante attenzioni necessarie e aspetti importanti da tenere in considerazione nel suo diventare grande, nel suo essere padre quando toccherà a lui”. Il trauma, il pensiero di quanto accaduto “tornerà, avanti e indietro, mille e mille volte. E ogni volta bisognerà trovare un nuovo punto di equilibrio. A volte si riesce anche da soli, quando si hanno gli strumenti nella cassetta degli attrezzi e si ha alle spalle un pezzo di percorso fatto. Altre volte potrà esserci di nuovo bisogno del supporto di qualcuno di esterno. Poter avere la mamma ancora con sé” per questo bimbo “sarà importante e significativo. Come è importante che non ci siano colpevolizzazioni senza senso nei confronti di questa donna, che colpe proprio non ne ha”.

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Dermatite atopica, esperta: “Jak inibitori agiscono su infiammazione e prurito”

10 Ottobre 2024
Roma, 10 ott. (Adnkronos Salute) – “La dermatite atopica rappresenta una sfida diagnostica, sia p…

Siu, a Bari più di mille urologi al congresso nazionale

10 Ottobre 2024
Roma, 10 ott. (Adnkronos Salute) – Oltre mille urologi sono attesi a Bari per il congresso nazion…

Salute, ritorna il progetto ‘One health’ di educazione civica digitale a scuola

10 Ottobre 2024
Roma, 10 ott. (Adnkronos Salute) – Al via la seconda fase di ‘One Health: i tanti volti della sos…

Oltre 3 mln italiani con depressione ma per 3 su 4 è ‘fase passeggera’

10 Ottobre 2024
Roma, 10 ott. (Adnkronos Salute) – La depressione, una patologia complessa. In Italia oltre 3,5 m…

LEGGI GRATIS La Ragione

GUARDA i nostri video

ASCOLTA i nostri podcast

REGISTRATI / ACCEDI