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Maria Montessori, donna prima che pedagogista

L’11 dicembre ha inaugurato, alle porte di Ancona, Casa Montessori Chiaravalle: la casa-museo di una protagonista assoluta del Novecento. Pedagogista e studiosa, certo, ma prima di tutto donna.
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Maria Montessori, donna prima che pedagogista

L’11 dicembre ha inaugurato, alle porte di Ancona, Casa Montessori Chiaravalle: la casa-museo di una protagonista assoluta del Novecento. Pedagogista e studiosa, certo, ma prima di tutto donna.
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Maria Montessori, donna prima che pedagogista

L’11 dicembre ha inaugurato, alle porte di Ancona, Casa Montessori Chiaravalle: la casa-museo di una protagonista assoluta del Novecento. Pedagogista e studiosa, certo, ma prima di tutto donna.
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L’11 dicembre ha inaugurato, alle porte di Ancona, Casa Montessori Chiaravalle: la casa-museo di una protagonista assoluta del Novecento. Pedagogista e studiosa, certo, ma prima di tutto donna.
Casa Montessori Chiaravalle, la casa-museo alle porte di Ancona che diede i natali alla più importante pedagogista al mondo, ha aperto le porte al pubblico l’11 dicembre e le visite guidate sono già sold out. Si tratta di un progetto importante non solo dal punto di vista culturale ma anche architettonico e di design: porta la firma di PLA Studio mentre la visual identity è stata curata e realizzata da CH ROMO (Chris Rocchegiani e Roberto Montani).  L’obiettivo, pienamente raggiunto, era riuscire ad ottenere il perfetto equilibrio tra apparati espositivi museali e multimedialità all’avanguardia lasciando intatta, però, la dimensione intima e domestica. Il piccolo appartamento con 4 stanze affacciate su piazza Mazzini 10; una sorta di invito a casa della stessa Montessori a scoprire il ricco percorso della sua vita. Per tale ragione, lo spazio di circa 130mq è organizzato in stanze di apprendimento: “La stanza della mappa”, dedicata alla vita personale della Montessori; “La stanza del metodo”, interamente dedicato ai contenuti del suo approccio pedagogico; “La stanza della lettura”, con testi e pubblicazioni anche inedite; “La stanza 3.0”, che funge da laboratorio e archivio didattico per scuole, università ed esperti del settore. Infine “La stanza verde”, uno spazio di riposo e raccoglimento segnato solo dalla presenza dei tulipani, i fiori tanto amati dalla Montessori, tanto da aver chiesto che sulla sua tomba in Olanda venissero lasciati solo quelli. Conosciuta nel mondo per aver messo a punto il “metodo Montessori”, ancora oggi pilastro della pedagogia e dell’educazione infantile (la sua “Casa dei Bambini” aperta a Roma nel 1907 è tuttora in funzione) era, prima di ogni altra cosa, una donna moderna quando il concetto di modernità non era ancora stato inventato. Le testimonianze riferiscono di una donna appassionata e curiosa, viaggiatrice instancabile perché, diceva, il viaggio arricchisce e diventa stimolo costante anche nel lavoro. Tra le prime donne in Italia a laurearsi in Medicina, combatté tutta la vita contro pregiudizi e maldicenze, difendendo la sua condizione di ragazza-madre e per l’ottenimento di una piena emancipazione femminile, parità salariale ed il suffragio universale. Una libera pensatrice prima di tutto che pose la sua vita al servizio degli studi infantili, consapevole che è proprio attraverso l’educazione dei più piccoli che si costruiscono generazioni migliori e più consapevoli. Sarebbe stata in prima fila nelle lotte che ancora vengono portati avanti da molte donne; di altri risultati già raggiunti ne avrebbe invece già gioito, Maria Montessori. La curatrice del progetto di riqualificazione e dell’impianto culturale della Casa, Cristina Colli, ha spiegato: “È una Casa aperta e in divenire, una casa in cammino fatta di respiro etico, empatia e ragionamento, il miglior modo, credo, di onorare Maria Montessori”.   di Raffaela Mercurio

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