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Sanità, pesa ‘gender gap’, le donne guadagnano il 24% in meno degli uomini

26 Maggio 2023

Roma, 26 mag. (Adnkronos Salute) – “Il ‘gender gap’ continua a pesare. In Italia le donne sono circa il 68% del personale all’interno del sistema sanitario nazionale, ma guadagnano in media il 24% in meno rispetto ai colleghi uomini”. Così la direttrice generale dell’Ausl di Ferrara Monica Calamai, durante i lavori di uno dei tavoli tematici della seconda edizione dell’evento ‘I grandi ospedali italiani’, che si è chiuso oggi a Roma. Un’iniziativa organizzata da ospedale Sant’Andrea e Policlinico Tor Vergata, insieme alle università La Sapienza e Tor Vergata, in collaborazione con Koncept.

“Nell’ultima edizione del ‘Global Gender Gap report’, il World Economic Forum evidenzia che, per ottenere la parità di genere a livello globale, serviranno ancora 132 anni e che i progressi verso la riduzione del divario di genere sono in stallo nella maggior parte dei Paesi”, ha ricordato Calamai, moderatrice del tavolo ‘Le politiche del grande ospedale per la medicina di genere e la riduzione del gender gap’. “Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità – ha proseguito – le donne rappresentano il 70% della forza lavoro nel campo della salute, ma solo il 25% è leader. Insieme al salario, un altro indicatore che sottolinea la diseguaglianza di genere è la tipologia del lavoro con una maggioranza di lavoratrici part-time donne: il 32,4% delle donne italiane occupate lavora part-time, contro solo l’8% degli uomini. Ulteriori dati dimostrano che il tempo recuperato sia dedicato alla cura della casa e al caregiving familiare: le donne si fanno carico del 74% del totale delle ore di lavoro non retribuito di assistenza e cura”.

“Quali proposte per ridurre il gender gap? Nel 2022 ne sono state presentate una serie al ministero della Salute – ha sottolineato la Dg – tra cui orari flessibili e personalizzati, smart working, sviluppo delle forme diversificate di part-time, ma anche esonero da turni notturni e nei weekend per le lavoratrici madri o per chi si prende cura degli anziani, priorità d’impiego flessibile per i genitori con figli minori di 12 anni, aumento e incentivazione del congedo di paternità, asilo aziendale a tariffe agevolate”.

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