Cimo, ‘con tavolo Dm 70-77 avvicinare contratti medici famiglia e ospedalieri’
Milano, 20 lug. (Adnkronos Salute) – Il Tavolo tecnico per lo studio delle criticità dei Dm 70 e 77 è una buona “occasione per avvicinare contrattualmente medici di famiglia e ospedalieri, mantenendo convenzione” da un lato “e dipendenza” dall’altro. Lo suggerisce Guido Quici, presidente del sindacato medici Cimo, che siede al tavolo insediatosi questa mattia al ministero della Salute. Per Quici “si tratta di un passaggio importante poiché, come abbiamo sempre sostenuto, evidenzia la necessità di affrontare congiuntamente le criticità della sanità ospedaliera e di quella territoriale, creando una vera filiera della salute che ponga al centro i bisogni del paziente”.
I partecipanti al tavolo – riferisce la Cimo in una nota – sono stati suddivisi in sottogruppi di lavoro e tutti i principali sindacati dei medici si occuperanno delle criticità contrattuali dei medici di famiglia e degli ospedalieri. Ringraziando il ministro della Salute Orazio Schillaci “per aver istituito il tavolo e per il metodo di lavoro scelto”, Quici si dice “certo che i gruppi di lavoro offriranno un contributo utile per risolvere le tante criticità che attanagliano il nostro Servizio sanitario nazionale”.
“La riorganizzazione dell’assistenza – analizza il leader Cimo – passa necessariamente da una riorganizzazione del lavoro e, quindi, da un intervento anche sulla rappresentatività dei lavoratori”. Perciò “far lavorare insieme, in un unico gruppo, medici di famiglia e ospedalieri potrebbe essere un’ottima opportunità per discutere della storica proposta Cimo di avvicinare contrattualmente medici di medicina generale e dirigenti, mantenendo tuttavia il regime della convenzione per i primi e la dipendenza per i secondi. Da anni – ricorda Quici – sosteniamo l’incoerenza di far rientrare i dirigenti medici tra i dirigenti della pubblica amministrazione. Per questo riteniamo utile uscire dalla Funzione pubblica per discutere e firmare il nostro contratto di lavoro con il ministero della Salute e le Regioni. Crediamo che due contratti paralleli per i medici convenzionati e per i dipendenti, che regolino in modo condiviso alcuni aspetti organizzativi e professionali pur mantenendo delle doverose peculiarità, possano aiutare i camici bianchi a dialogare meglio tra loro”.
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