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Salute: in Italia ogni anno 400 morti e 800 ricoveri per annegamenti

25 Luglio 2023

Roma, 25 lug. (Adnkronos Salute) – In Italia si registrano ogni anno circa 400 annegamenti e 800 ospedalizzazioni per annegamento, mentre si contano circa 60.000 salvataggi, solo sulle spiagge, e più di 600.000 interventi di prevenzione da parte dei bagnini. Questi i dati del primo Rapporto dell’Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti ed incidenti in acque di balneazione, istituito dal ministero della Salute, anticipati per la Giornata mondiale per la prevenzione dell’annegamento.

Nei primi anni ’70, gli annegamenti nel nostro Paese erano quasi 1.400 all’anno, per andarsi poi a ridurre fino ai circa 400 l’anno alla fine degli anni ’90. Tra le cause che hanno prodotto questa riduzione degli annegamenti in Italia – spiega l’Istituto superiore di sanità – va annoverato senza dubbio l’apprendimento del nuoto, in genere nelle piscine, l’educazione alla sicurezza in acqua della popolazione, e, certamente, la crescente presenza dei bagnini e la loro maggiore professionalità. Nel periodo considerato (2016-2021), ogni anno si sono registrati in media 26 annegamenti di persone che non sanno nuotare, con il 62% dei casi che ha interessato immigrati, e altrettanti per le correnti di ritorno. Gli annegamenti improvvisi, ossia a causa di un malore, sono in media 58 per stagione balneare, circa 5 per attività sportive e poco meno per caduta in acqua.

“I dati disponibili sugli annegamenti indicano la necessità di predisporre un Piano nazionale per la sicurezza delle spiagge – spiegano gli autori Fulvio Ferrara, Enzo Funari e Dario Giorgio Pezzini – come d’altra parte raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il Piano dovrebbe contenere da un lato indicazioni per elaborare una regolamentazione normativa uniforme, specificando tra i vari aspetti gli ambiti di competenza istituzionale a livello nazionale e territoriale, e dall’altro delle misure di prevenzione di immediato approntamento come standard minimo necessario per le aree di balneazione su tutto il territorio nazionale”.

Il Rapporto, di prossima pubblicazione, è incentrato sugli annegamenti lungo i litorali marittimi, ma riporta anche una prima analisi di questi incidenti nelle acque interne, esamina il ruolo del servizio di sorveglianza e salvataggio nelle spiagge italiane, e descrive la fisiopatologia dell’annegamento, illustra l’Iss.

Per “acque interne” si intende una grande varietà di corpi idrici: non solo fiumi e laghi, ma anche torrenti, canali, bacini artificiali, rogge, cave e stagni. Fra il 2016 e il 2021, in questi luoghi si sono registrati in media 78 decessi l’anno, un numero particolarmente alto – si evidenzia – se si considera che vengono frequentati da un numero limitato di persone.

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