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Giudice roma

“Palpata breve”, vittima “complessata”: la stessa giudice

Colpisce che a distanza di pochi giorni sia stato lo stesso magistrato, la stessa giudice, ad aver emesso due sentenze che hanno fatto ugualmente discutere
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“Palpata breve”, vittima “complessata”: la stessa giudice

Colpisce che a distanza di pochi giorni sia stato lo stesso magistrato, la stessa giudice, ad aver emesso due sentenze che hanno fatto ugualmente discutere
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“Palpata breve”, vittima “complessata”: la stessa giudice

Colpisce che a distanza di pochi giorni sia stato lo stesso magistrato, la stessa giudice, ad aver emesso due sentenze che hanno fatto ugualmente discutere
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Colpisce che a distanza di pochi giorni sia stato lo stesso magistrato, la stessa giudice, ad aver emesso due sentenze che hanno fatto ugualmente discutere

Dice che il suo ruolo le conferisce “autonomia e indipendenza”. Ed è effettivamente così. Certo colpisce che a distanza di pochi giorni sia stato lo stesso magistrato, la presidente della quinta sezione collegiale del Tribunale di Roma, ad aver emesso due sentenze che hanno fatto ugualmente discutere. La prima, quella sul bidello che aveva palpeggiato una ragazza, ma per “meno di dieci secondi” e quindi è stato assolto dalle accuse di molestie. La seconda, per aver parimenti prosciolto il direttore di un museo accusato sempre di molestie da una sua dipendente. E con, tra le motivazioni, anche il fatto che a parere del magistrato la presunta vittima fosse “complessata” per via del suo aspetto fisico. E abbia quindi in qualche modo esagerato, frainteso.

Le decisioni dei magistrati chiaramente si rispettano anche se in entrambi i casi la Procura ha annunciato ricorso. E in entrambi i casi non conosciamo tutti i dettagli delle vicende. Sicuramente sorprendono soprattutto alcuni termini utilizzati nei confronti di chi ha denunciato quelle molestie. Ancora di più perché la giudice è una donna. Sicuramente siamo in un’epoca in cui la sensibilità a certi atteggiamenti è notevolmente aumentata. Così come chi trova la forza di denunciare. Senza esagerazioni, senza forzature, è importante non tornare indietro. Ma in ogni caso, nelle due vicende di cui abbiamo appena parlato, ci sarà spazio per capire se la decisione è stata corretta oppure no.

di Annalisa Grandi

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