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Logistica: Randstad, nuove professioni tra fleet manager e designer ma serve formazione

14 Settembre 2023

Roma, 14 set. (Labitalia) – La logistica, tra attività di trasporto e magazzinaggio, conta in Italia 1,16 milioni di occupati e genera un valore di 92,7 miliardi di euro, pari al 5,41% del Pil. È un settore strategico, come hanno dimostrato gli anni della pandemia, ma una narrazione sbagliata lo associa solo a orari su turni, attività logoranti, competenze manuali e lo rende ancora poco attrattivo per i giovani. Invece, la logistica offre grandi opportunità di lavoro, e – oltre a ricercare urgentemente autisti, magazzinieri, responsabili di magazzino, supply chain manager e addetti alla logistica – da qui al 2030 ricercherà profili altamente qualificati, dai convertitori di autostrade intelligenti agli ingegneri progettisti di shuttle robotici, dai designer di imballaggi circolari, fleet manager, fino ai progettisti per treni ad idrogeno. Ma serve la formazione adeguata con un istituto tecnico dedicato alla logistica nella scuola pubblica.

Ad identificare tutte le nuove professioni del settore è Randstad Research, il centro di ricerca sul lavoro promosso da Randstad, nel nuovo rapporto ‘Trasformazioni del settore e delle professioni nella logistica’, presentato oggi a Roma con esperti, rappresentanti del mondo imprenditoriale e sindacale.

“Digitalizzazione, sostenibilità e demografia impatteranno fortemente sulla logistica nel prossimo futuro: formazione e innovazioni tecnologiche sono strategiche per attrarre talenti nel settore”, spiega Emilio Colombo, coordinatore del comitato scientifico di Randstad Research. “Per costruire un futuro all’altezza delle aspettative dei talenti, infatti, bisogna fare leva -continua- sulla formazione, mettendo maggiormente in contatto scuole ed imprese. Su questo, proponiamo di creare un istituto tecnico dedicato alla logistica nella scuola pubblica, che fornisca le qualifiche formali, come le patenti da possedere, e tutte le conoscenze richieste dal settore”, continua.

Secondo Colombo, “è necessario, poi, che le imprese logistiche facciano maggiormente ‘sistema’, in un settore con catene del valore che si espandono anche a livello globale. È poi necessario agire sul fronte dei contratti e delle retribuzioni, oltre a migliorare la rete infrastrutturale, che nel nostro Paese risulta particolarmente arretrata”.

Complessivamente, la logistica occupa 1 milione e 160 mila persone e genera un valore di 92,7 miliardi pari rispettivamente al 5,41% del totale dell’economia. Oltre metà degli occupati lavora nel trasporto terrestre, ma sono importanti anche i servizi postali e di corriere (28%) e i servizi di magazzinaggio e supporto (16%). Il maggiore valore aggiunto è dato dal trasporto terrestre (51,4%), poi magazzinaggio e supporto ai trasporti (37,4%). L’intero settore ha conosciuto una crescita moderata della quota sul Pil (dal 5% del 1995 al 5,8% del 2022), con una forte crescita (+50%) per la logistica stretta di trasporto e magazzinaggio.

La logistica è un settore prevalentemente maschile: gli uomini sono più dell’80% dei lavoratori. Il 13,1% degli occupati non è di nazionalità italiana, contro il 10,3% del resto dell’economia. Il 54% ha più di 44 anni, il 30,7% tra i 45 e i 54 anni. La maggior parte degli occupati è concentrata nel Nord-Ovest (29,3%) mentre il Centro e il Nord-Est fanno registrare percentuali simili (circa il 22%). Un quinto degli occupati è in Lombardia (18,27%), il 12,29% in Lazio e il 9,78% in Campania.

Analizzando il valore aggiunto pro capite della logistica dal 2013 al 2021, emerge come i picchi si sono raggiunti nel 2018 e nel 2021, con circa 49mila euro per addetto, e il valore più basso nel 2020, anno della pandemia. Il costo del lavoro mostra la stessa dinamica, con i valori più alti nel 2018 (33.000 euro). Le grandi imprese sperimentano una decisa diminuzione del valore aggiunto dal 2018. Le medie imprese hanno avuto una riduzione più contenuta del prodotto nell’anno della pandemia e hanno registrato un recupero maggiore rispetto a grandi e piccole imprese nel 2021.

La logistica è un settore fortemente polarizzato dove convivono imprese di grandi dimensioni, che utilizzano in modo intensivo soluzioni tecnologiche avanzate (robots, Ai, droni) e piccole imprese, che fanno più affidamento sulla forza lavoro nelle diverse fasi del processo produttivo. Paradossalmente, però, sono le piccole a evidenziare maggiore produttività, perché da una parte offrono servizi ad altre piccole imprese grazie a una conoscenza capillare dell’economia locale e del territorio, dall’altra hanno minori costi del lavoro grazie a contratti con remunerazioni più basse e, purtroppo, minori tutele. Un modello che rischia di essere un freno allo sviluppo dimensionale delle imprese.

Il mercato del lavoro, e anche quello della Logistica è interessato da 4 megatrend: ‘Digitalizzazione’, ‘Globalizzazione’, ‘Transizione Green’ e ‘Demografia’. Nel settore, digitalizzazione e sviluppo dell’e-commerce hanno favorito un modello in cui le merci vanno verso il consumatore, e non il contrario. La globalizzazione e la frammentazione della catena del valore obbligano le imprese a sviluppare servizi di logistica per garantirsi approvvigionamenti e catena di distribuzione. La transizione ecologica comporta un riorientamento verso forme di trasporto più ecologiche. E le dinamiche demografiche portano numerose mansioni usuranti ad essere svolte da una forza lavoro in età sempre più avanzata, oltre a far emergere nuove professioni e competenze.

La logistica è stata investita negli ultimi anni da una vera e propria rivoluzione tecnologica, che richiede competenze tecniche specifiche. Randstad Research ha identificato le nuove professioni dei prossimi 3/7 anni nei diversi ambiti di competenza. Per l’attenzione particolare degli investimenti Pnrr nei prossimi anni ci sarà un forte bisogno di professionisti esperti nelle infrastrutture logistiche. A queste professioni verranno richieste competenze di pianificazione e organizzazione degli spostamenti, competenze digitali e ingegneristiche legate alla robotica e all’automatizzazione dei processi, competenze legate alla sostenibilità a partire dall’analisi dei dati. Le professioni: addetti allo sviluppo della mobilità integrate per le aree disagiate, addetti allo sviluppo della mobilità intermodale, convertitori di autostrade intelligenti, costruttori di passerelle ciclopedonali, installatori di servizi di community-based parking, ottimizzatori comunali dei sistemi di mobilità condivisa, specialisti della creazione di hub per la sharing mobility.

Tra le competenze più richieste ai professionisti che operano nelle innovazioni (intese come trasformazioni di processi e strumenti di lavoro) ci sono capacità di avere visione d’insieme, spirito di iniziativa e di adattamento, utile l’analisi dei dati, dalla robotica, agli oggetti smart, alle automazioni. Fondamentali, competenze trasversali come il senso critico, il ragionamento induttivo e deduttivo, l’individuazione e risoluzione dei problemi. Le professioni: addetti allo sviluppo della ai aziendale, smart warehouse designer, autisti di elitaxi, automation anomaly analyst, business developer manager per il metaverso, designer di treni smart, distributori di magazzini verticali, dronisti per le consegne da remoto, esperti di advanced air mobility, gestori di servizi di microtransit o drt – demand responsive transit, ingegneri costruttori di razzi riutilizzabili, ingegneri progettisti di shuttle robotici, progettisti di robotaxi, progettisti di robot sottomarini autonomi, progettisti doganali di sistemi sisam, progettisti di hyperloop, tecnici dell’e-mobility.

Necessarie, in questo ambito, tutte le competenze legate alla cybersecurity. Per le aziende sarà necessario sviluppare un proprio Irp (Incident Response Plan), un processo strutturato e ripetibile, modellato sulle diverse esigenze, per prevedere, prioritizzare e rispondere in maniera tempestiva ed efficace agli incidenti legati alla sicurezza digitale. Le professioni: addetti alla telegestione degli impianti, addetti alla protezione dei dati, demand planner, esperti di blockchain per la tracciabilità lungo la filiera, esperti di telediagnostica, risk manager, manutentori 4.0, tecnici ai per la riduzione del traffico.

Fondamentale, per questo ambito, conoscere le diverse tecnologie disponibili per soddisfare il fabbisogno delle attività produttive e operare analisi costi/benefici delle loro applicazioni. Le professioni: addetti al controllo e prevenzione delle emissioni industriali, addetti al recupero delle batterie esauste per lo stoccaggio di energia, addetti al servizio di scambio/cambio batterie esauste per veicoli, energy auditor/ addetti alla diagnosi energetica, fornitori di hvo (biocarburanti), gestori di hub di assemblaggio di batterie, ingegneri elettronico per l’ottimizzazione di batterie per auto elettriche, ingegneri progettisti per treni ad idrogeno su binari non elettrificati, produttori di batterie per il trasporto su rotaia, specialisti del recupero/riuso/riciclo delle terre rare da batterie o motori.

Le conoscenze operative sulla gestione dei flussi e relative tecnologie sono imprescindibili per operare nell’organizzazione della logistica del domani, dove i software sostituiranno e porteranno alla riorganizzazione di alcune attività umane. Per il management, importante rafforzare le capacità di gestione del personale, approfondire le conoscenze di cybersecurity e la capacità di operare in un network composto da soggetti diversi. Le professioni: addetti al controllo di filiera per il monitoraggio della circolarità, addetti al coordinamento e all’integrazione dei servizi di mobilità urbana, addetti alla digitalizzazione aziendale, designer della mobilità, gestori di piattaforme per la mobilità aziendale, fleet manager, facilitatori di progetti green in partnership multi stakeholders, ingegneri del traffico e dei trasporti, pianificatori dell’organizzazione logistica.

Per lavorare in questo ambito si richiedono capacità informatiche, analisi dei big data, conoscenza dell’economia circolare, della sharing economy, delle strategie di riduzione degli impatti ambientali. Nello specifico della sostenibilità sociale si richiedono maggiori competenze su sicurezza del carico, gestione del magazzino, impianti satellitari per gli operatori. Le professioni: addetti al bike sharing aziendale, amministratori del piano di sostenibilità, designer di imballaggi circolari, designer di magazzini zeb (zero emission buildings), gestori di maas, green transition manager, imprenditori/tecnici gestionali della circolarità, supervisori della sostenibilità dei trasporti, tecnici del ricondizionamento dei motori.

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