Infortuni, al Safety Expo al centro valore della sicurezza e ruolo della formazione
Bergamo, 20 set. (Labitalia) – Il valore della sicurezza, le soluzioni per risolvere il problema antinfortunistico, il ruolo della formazione. E ancora: tutti gli orizzonti della normativa antincendio, le applicazioni progettuali da seguire per garantire la sicurezza antincendio delle facciate degli edifici civili anche quelli di grande altezza, spesso oggetto di numerosi incidenti. Sono questi i temi che hanno animato la prima giornata di lavoro di Safety Expo, a Bergamo Fiera. Un appuntamento irrinunciabile per i tantissimi professionisti della sicurezza e dell’antincendio che scelgono la manifestazione per conoscere, formarsi, addestrarsi ma soprattutto confrontarsi con i massimi esperti del settore.
La tavola rotonda di Salute e Sicurezza organizzata dalla Rivista Ambiente&Sicurezza sul Lavoro è partita con un input politico di proposte per cercare di arginare il fenomeno infortunistico che ha assunto ormai proporzioni non ignorabili: Walter Rizzetto, presidente dell’11ma commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati, ha dato degli spunti di confronto per i tanti esperti presenti e per la platea: “La politica deve attivarsi anche per un solo caso di malattia professionale. Bisogna migliorare le misure di prevenzione, la formazione e l’addestramento, contrastare il lavoro sommerso. La sicurezza deve diventare un aspetto erga omnes, serve andare nelle aziende e dare i mezzi adeguati agli ispettori, aumentare le verifiche nei settori ‘deboli’, quelli più esposti”.
E, ancora, una proposta al vaglio del Parlamento: l’obbligo di insegnamento della sicurezza sul lavoro nelle scuole secondarie anche sfruttando le testimonianze dei superstiti per sensibilizzare fin da subito il cittadino e futuro lavoratore del ruolo giocato dalla sicurezza nel suo lavoro. La tavola rotonda ha poi visto susseguirsi gli interventi di istituzioni, parti sociali, esperti e consulenti intorno a una grande domanda proposta da Lorenzo Fantini, esperto in politiche della prevenzione, consulente in materia di salute e sicurezza sul lavoro: come migliorare le politiche di prevenzione a vantaggio di tutti?
“Non esistono – ha affermato Ester Rotoli, direttore della Direzione Centrale Prevenzione Inail – risposte semplici all’emotività delle morti, serve una risposta di sistema, strutturata, uno sviluppo di competenze e una cultura di impresa che rimetta al centro l’individuo e il territorio”. Milieni (Inl) ha ricordato come la sicurezza non deve essere vista come un costo ma come un investimento e va integrata nel processo produttivo che guardi al prodotto finale come realizzato nell’ambito di un processo produttivo sicuro. E ancora Cinzia Frascheri, responsabile nazionale Cisl Sicurezza sul lavoro, ha ricordato il ruolo della tecnologia e dei cambiamenti del digitale e l’importanza centrale della informazione su queste evoluzioni al fine di stimolare la percezione dei cambiamenti tecnologici.
Presente anche Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e uno dei ‘padri’ del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro, che ha puntato l’attenzione sugli aspetti più critici: la catena degli appalti, la mancata introduzione della patente a punti per le imprese e ha ammonito: “Semplificazione delle regole necessaria per l’81/2008 non deve confondersi con deregolazione”. Raffaele Guariniello, magistrato e giurista, esperto di sicurezza e tutela della salute dei lavoratori, ha aggiornato la platea sugli ultimi orientamenti della Cassazione in materia di prevenzione lamentando la scarsezza di processi penali sulle malattie professionali, l’assenza di procure specializzate in salute e sicurezza e rilanciando l’idea e la necessità di una Procura Nazionale per la sicurezza sul lavoro.
Infine, Stefano Massera, coordinatore scientifico Salute e Sicurezza del Safety Expo, ha posto l’accento su un nodo atavico, quello della legislazione concorrente Stato-Regioni in materia di sicurezza sul lavoro. Uno status quo che ha solo complicato lo scenario normativo, creando dispersioni di energia e tempo speso dai professionisti, che avrebbe invece potuto essere reinvestito nello sviluppo e comprensione di nuove tecnologie innovative. “Serve concretezza e coraggio”, ha ammesso, auspicando che arrivi al più presto un intervento legislativo mirato e deciso per fornire risposte sistemiche che spazino dal controllo delle stazioni appaltanti (resosi evidente dopo i fatti di Brandizzo) allo sviluppo della normazione tecnica prendendo spunto proprio dai progressi e dai risultati positivi registrati dalla normativa antincendio.
Sotto la supervisione del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, poi, i 2 convegni organizzati dalla rivista Antincendio nel Padiglione Antincendio di Safety Expo hanno fatto il punto sullo stato dell’arte della normativa antincendio a un anno dall’entrata in vigore dei tre decreti di riforma del decreto 10 marzo 1998 e ormai con un Codice di Prevenzione incendi divenuto centrale nella vita dei progettisti.
Si è partiti al mattino con un convegno che ha rimarcato la piaga degli incendi negli edifici: secondo Fivra sono 1.349 gli incendi che hanno interessato le facciate negli ultimi 6 mesi: di questi il 47% ha interessato l’involucro edilizio (facciata e/o copertura) e ogni anno, in Italia, sono 100 le vittime e 400 i feriti coinvolti in questi incidenti, che pesano per l’1% di Pil.
Un campanello di allarme che ha portato gli esperti del Corpo provenienti da diversi Comandi a riflettere sulla nuova Regola Tecnica di prevenzione incendi per le chiusure d’ambito degli edifici civili in vigore dal luglio 2022. Il convegno ha quindi esplorato le innovazioni introdotte, il quadro normativo per il settore delle facciate continue e delle chiusure d’ambito e gli aspetti più strettamente connessi al comportamento al fuoco delle facciate oltre ai profili di responsabilità a carico di progettisti, installatori e manutentori del settore.
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