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Medici specializzandi protestano a Roma, ‘mai più schiavi’

25 Settembre 2023

Roma, 25 set. – (Adnkronos SAlute) – Camici bianchi, cartelli e fischietti. I medici specializzandi sono scesi in piazza a Roma davanti il ministero dell’Università e Ricerca (Mur) per chiedere una riforma del sistema delle specializzazioni e delle relative retribuzioni che li costringe a turni massacranti senza un’adeguata remunerazione che oggi “ci rende schiavi”, urlano i medici. “Veniamo pagati 1.600 euro al mese durante la specializzazione ma lavoriamo H24, e con questi stipendi è impossibile vivere in affitto a Milano, a Roma e Firenze. Meglio riunificare e lavorare in libera professione”, raccontano all’Adnkronos Salute.

“E’ intollerabile – sottolineano i promotori della manifestazione Giammaria Liuzzi (Anaao Giovani), Massimo Minerva (Als) e Antonio Cucinella (Gmi) – apprendere che sia stato insediato un gruppo di lavoro ministeriale per riformare tale anacronistico inquadramento senza la presenza di nemmeno un giovane medico. Chiediamo con forza e determinazione l’inserimento di nostri rappresentanti in tale gruppo o l’istituzione di un tavolo parallelo da noi composto, che lavori in sinergia per evitare di formulare una riforma non all’altezza delle molteplici problematiche vigenti. Non possiamo ipotizzare di veder nascere una riforma delle specializzazioni mediche senza un aumento retributivo, mai indicizzato, che attualmente ammonta a 1.300 euro mensili al netto di tasse universitarie, Enpam, Ordine dei medici e assicurazione obbligatoria”.

“Non possiamo tollerare – incalzano – che in futuro il medico specializzando non sia inquadrato come un professionista che si forma anche e soprattutto nei cosiddetti ‘Learning Hospital’ (ospedali d’insegnamento non universitari, e non solo ammassati in pochi reparti universitari con rapporto giovani medici posti letto 10 a 1), con la certificazione delle loro competenze come avviene per i dirigenti medici e non attraverso un esame di passaggio annuo che molte volte viene utilizzato come ‘spada di Damocle'”. Ancora, “non possiamo tollerare la non abolizione delle incompatibilità per gli specializzandi che pretendono, in assenza di una indennità di esclusività, di essere padroni del proprio tempo”.

“Senza tutto ciò – ammoniscono i giovani medici – non si risolverà mai la carenza di specialisti in quelle branche come la medicina d’emergenza”, la Meu. “L’aumento degli ingressi a Medicina e il maggiore finanziamento di contratti di formazione Meu non risolveranno il problema: occorre una riforma strutturale con al centro lo specializzando Meu, al quale non si può chiedere di fare da tappabuchi a 1.300 euro con zero diritti e tutele e lavorando a fianco di gettonisti che percepiscono anche 700 euro al giorno”.

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