Corona come un terremoto sullo scandalo scommesse
Fabrizio Corona comunica i calciatori e i procuratori coinvolti nell’affare calcio scommesse: “Ora il mio sito Dilingernews vale un milione di euro”
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Corona come un terremoto sullo scandalo scommesse
Fabrizio Corona comunica i calciatori e i procuratori coinvolti nell’affare calcio scommesse: “Ora il mio sito Dilingernews vale un milione di euro”
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Corona come un terremoto sullo scandalo scommesse
Fabrizio Corona comunica i calciatori e i procuratori coinvolti nell’affare calcio scommesse: “Ora il mio sito Dilingernews vale un milione di euro”
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Fabrizio Corona comunica i calciatori e i procuratori coinvolti nell’affare calcio scommesse: “Ora il mio sito Dilingernews vale un milione di euro”
È davvero un terremoto. Prima un paio di nomi, poi quattro, poi dieci calciatori e cinque procuratori coinvolti nell’affare calcio scommesse, comunicati a spezzoni facendo il verso ad Amadeus che comunica a tappe i cantanti per Sanremo, per destare l’attenzione e crescere in visibilità. C’è ovviamente da chiedersi perché il sistema mediatico spalanchi totalmente la strada a Fabrizio Corona, al suo discutibilissimo metodo di lavoro. Corona ci ha già fatto sapere che il sito (Dilingernews) da cui lancia i suoi missili sul calcio italiano ormai vale un milione di euro. Tutto per lui ha un prezzo, strano risulta poi chi lo cavalca e poi se ne lamenta.
E mentre ci si chiede invano del suo appeal su tv e giornali e si sottolinei assai poco come il suo assalto alla diligenza possa aver costituito un ostacolo nel lavoro della magistratura – perché tutto è saltato fuori dal lavoro investigativo sui siti illegali di gioco, dove si sono più volte affacciati i calciatori ora messi alla berlina – è altrettanto deprimente osservare che la Figc si sia vista scavalcare nella gestione del caso dallo stesso Corona e che Tonali e Zaniolo abbiano ricevuto un avviso di garanzia nel mezzo del ritiro della nazionale italiana, dopo che Fagioli della Juventus ha vuotato il sacco davanti alla Procura di Torino. Un altro durissimo colpo alla reputazione del calcio italiano. E nel tritacarne mediatico, nella corsa al clic per scoprire se calciatori che lasciano i ritiri delle nazionali per un legame con il calcioscommesse, insomma se facciano parte del nuovo elenco di Corona, c’è poco approfondimento su quello che emerge in dissolvenza: si tratta di ragazzi ricchi, ricchissimi, forse annoiati, spesso poco istruiti, forse poco formati alle insidie del gioco online. Si sono fatti rapire, circuire. Fagioli ha ammesso di aver scommesso somme ingenti e pare pronto a patteggiare mettendo nei guai parecchi colleghi, da qualche ora lo scosso Tonali ha accettato di farsi aiutare per allontanare gli spettri della ludopatia.
Anche se ricchi, sono ragazzi che sbagliano e che rischiano di finire stritolati dal vizio, a fine carriera. Uno studio di qualche tempo fa condotto sugli ex calciatori di Premier League ha evidenziato che almeno uno su tre disperse i suoi guadagni a pochi anni dal ritiro agonistico. E ci sono stati casi pesanti anche nel calcio italiano. Secondo un recente studio dell’Università Luiss di Roma, il 60% dei calciatori a cinque anni dal ritiro vive in condizioni di indigenza, anche a causa della ludopatia. Questa vicenda potrebbe spingere la federcalcio ma anche la Lega di A a predisporre programmi di mentoring per evitare che casi del genere diventino la norma.
Di Nicola Sellitti
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