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Cure palliative, 6 italiani su 10 non sanno se esistono sul territorio

6 Novembre 2023

Milano, 6 nov. (Adnkronos Salute) – Sempre più italiani conoscono le cure palliative, ma la maggioranza ancora non sa se in caso di bisogno per sé o i propri cari potrà effettivamente usufruirne: circa 6 cittadini su 10, infatti – il 57%, con un gap Nord-Sud di qualche punto percentuale – non ha idea se questo tipo di assistenza sia o meno attiva sul proprio territorio. E’ uno dei dati che spiccano fra i risultati di uno studio condotto da Ipsos per Vidas, in collaborazione con la Federazione cure palliative e grazie al contributo della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti, presentati oggi in vista della Giornata nazionale delle cure palliative (11 novembre) all’università Statale di Milano, sede della Scuola di specializzazione in Medicina e Cure palliative.

L’esperienza di assistere una persona con una malattia inguaribile in fase avanzata, sia diretta sia riferita a familiari e conoscenti, riguarda 2 italiani su 3. Da qui l’importanza di una piena consapevolezza su cosa siano le cure palliative, cosa offrano e quali siano i nostri diritti come cittadini. Vidas ha voluto sondare la conoscenza in materia su un campione rappresentativo della popolazione, da un lato, e di medici del territorio e ospedalieri, dall’altro. Tra i cittadini l’indagine mostra come si sia quasi azzerata la quota di chi non ha masi sentito parlare di cure palliative, scesa al 6% rispetto al 41% del 2011. Se 12 anni fa il 24% si dichiarava poco o abbastanza informato sul tema, ora il 54% dice di sapere bene o abbastanza bene di cosa si tratta. Resta ancora un 18% che ritiene le cure palliative sinonimo di terapie inutili oppure ‘naturali’ o alternative alla medicina tradizionale, ma nel 2008 questa percentuale era più che doppia (40%). E’ comunque sempre più diffusa la convinzione (86%) che le cure palliative si occupino di migliorare la qualità della vita di persone gravemente malate e delle loro famiglie.

Ancora: 8 italiani su 10 sanno che le cure palliative sono un diritto (legge 38 del 2010) garantito gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale, anche se solo il 32% (40% al Nord Ovest) è certo di avere servizi attivi sul proprio territorio. Il 60% sa che le cure palliative possono essere erogate a domicilio, in ospedale e in hospice, ma per la maggioranza la casa è il luogo di cura prescelto sia per sé sia per un familiare. Il 41% dei connazionali riconduce le cure palliative al controllo del dolore e il 91% è molto o abbastanza d’accordo con l’impiego di sostanze oppiacee (morfina e derivati) in fase terminale o avanzata e inguaribile di malattia, proprio per alleviare la sofferenza fisica.

“La missione di Vidas è da sempre rispondere al bisogno dei sofferenti, ed è stata tra le prime realtà in Italia ad offrire assistenza completa ai malati inguaribili, adulti e bambini, assistendo oltre 2.200 persone ogni anno”, afferma Antonio Benedetti, direttore generale dell’organizzazione di volontariato che ha festeggiato nel 2022 i suoi primi 40 anni. “Come parte integrante della propria missione – ricorda il Dg – Vidas si prende cura dei malati inguaribili anche attraverso costanti opere di sensibilizzazione sui grandi temi del vivere e del morire, di formazione e di informazione su temi normativi e scientifici. In merito a quest’ultimo punto, Vidas ha iniziato a promuovere in modo strutturato la formazione e l’informazione dal 1997 costituendo il Centro studi e formazione Vidas, con corsi di aggiornamento per tutte le figure dell’équipe multiprofessionale, oltre che per i giornalisti. Il nostro impegno puntuale e costante continua a dare risultati incoraggianti, come ci mostrano i dati di questa ricerca, che ci spronano a contribuire alla sempre maggiore consapevolezza dei nostri diritti e delle scelte in tema di cura e fine vita”.

“Sono molto felice di partecipare e contribuire al progetto di Vidas”, commenta Giovanna Sacchetti, presidente della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti. “La nostra missione – aggiunge – da sempre è quella di prenderci cura, sia nel campo dell’arte con interventi di tutela del patrimonio e restauro, sia nel sociale. Quello delle cure palliative è un settore che sosteniamo da tempo con collaborazioni a ospedali e centri specializzati. Per noi è fondamentale che il malato con sia mai lasciato solo e riceva le cure appropriate circondato dall’affetto dei suoi cari e protetto dall’attenzione di medici e operatori competenti e sensibili”.

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