Ricerca: da corteccia salice potrebbe arrivare nuovo antivirale salvavita, studio
Milano, 9 nov. (Adnkronos Salute) – Dopo aver ‘regalato’ al mondo l’aspirina, la corteccia di salice potrebbe fornire anche il prossimo farmaco antivirale salvavita? Un team di scienziati finlandesi è convinto di sì. Dal raffreddore stagionale al mal di stomaco, a nessuno piace contrarre un virus e i contagi di massa possono essere devastanti come ha insegnato Covid-19. C’è bisogno di opzioni antivirali sicure e sostenibili per trattare le epidemie del futuro. Gli autori di uno studio pubblicato su ‘Frontiers in Microbiology’ hanno dimostrato che un estratto di corteccia di salice – pianta che ha già dei ‘precedenti’ per aver fornito diversi medicinali, incluso il precursore della moderna aspirina – ha un effetto antivirale ad ampio spettro negli esperimenti condotti su campioni cellulari.
L’estratto ha funzionato sia sui coronavirus con involucro, che causano raffreddori e Covid-19, sia sugli enterovirus senza involucro, che causano infezioni come influenza e meningite. Non esistono farmaci clinicamente approvati che agiscano direttamente contro gli enterovirus, fanno notare gli esperti, quindi questo estratto potrebbe rappresentare un futuro punto di svolta. “Abbiamo bisogno di strumenti efficaci ed ad ampia azione per combattere il carico virale nella nostra vita quotidiana”, ha sottolineato Varpu Marjomäki dell’Università di Jyväskylä, autore senior dello studio. “Le vaccinazioni sono importanti, ma non possono affrontare molti dei sierotipi emergenti abbastanza presto per essere efficaci da sole”.
Gli scienziati avevano già testato l’estratto di corteccia di salice sugli enterovirus e avevano riscontrato un successo: in questo nuovo studio hanno ampliato il campo di ricerca per esaminare ulteriori tipi di virus e cercare di comprendere il meccanismo d’azione dell’estratto, realizzato lavorando rami di salice coltivati a fini commerciali. La corteccia veniva tagliata a pezzi, congelata, macinata e quindi estratta utilizzando acqua calda. Sono stati così prodotti campioni che gli scienziati hanno testato contro gli enterovirus (ceppi di Coxsackie virus A e B) e i coronavirus (un coronavirus stagionale e Covid-19). Gli scienziati hanno calcolato quanto tempo impiegava l’estratto ad agire sulle cellule infette e quanto bene inibiva l’attività virale.
L’estratto non ha danneggiato le cellule e le ha protette efficacemente dalle infezioni. Un test di legame effettuato sui campioni di Covid-19 ha inoltre dimostrato che, sebbene questo virus potesse entrare nelle cellule anche se trattate con l’estratto, non poteva riprodursi una volta all’interno. “Gli estratti hanno agito attraverso meccanismi distinti contro diversi virus”, ha affermato Marjomäki. “Ma erano ugualmente efficaci nell’inibire i virus ‘avvolti’ e quelli senza involucro”. I test in programma non sono finito. Il percorso verso la meta di un futuro trattamento contro influenza e raffreddore continua.
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