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Sanità, aumenta spesa sociale Comuni, 7,8 mld nel 2020, +4,3% rispetto a 2019

12 Dicembre 2023

Roma, 12 dic. (Adnkronos Salute) – La spesa dei Comuni per i servizi sociali “è aumentata nel 2020 in modo significativo per fronteggiare i nuovi bisogni assistenziali derivanti dall’emergenza sanitaria esplosa con il Covid-19 e per la conseguente crisi economica e sociale, raggiungendo i 7,85 miliardi di euro, il 4,3% in più rispetto al 2019; nel 2020 la spesa dei Comuni per i servizi sociali per abitante è stata pari a 132 euro (era di 114 euro pro capite nel 2013) con differenze molto ampie a livello di ripartizione geografica: nel Mezzogiorno a 87 euro, circa la metà del dato registrato al Nord (161 euro); nel 2020 il 36% della spesa dei Comuni per i servizi sociali è utilizzata per interventi e servizi, il 32% viene assorbita dalle strutture, mentre la restante parte (31%) è costituita dai trasferimenti in denaro”. Sono i dati che emergono dal rapporto 2024 ‘Salute e territorio. I servizi socio-sanitari dei Comuni italiani’ elaborato da Federsanità e Ifel- Fondazione Anci e presentato oggi al Senato.

“Nel 2020 si registra un balzo improvviso della spesa erogata sotto forma di trasferimenti in denaro, aumentati rispetto all’anno precedente del 22,7%; dal 2013 al 2020 si rileva un +95% della spesa dei comuni per i servizi sociali nell’area ‘povertà, disagio adulti e senza dimora’ – avverte il report – effetto Covid: +73% solo nel passaggio dal 2019 al 2020); nel 2020 la spesa sociale dei comuni è destinata prevalentemente ai minori e alle famiglie con figli (37%), alle persone con disabilità (25%) e agli anziani (16%), ossia ai residenti che abbiano compiuto almeno 65 anni di età”.

“Il Rapporto affronta temi di particolare rilevanza nell’attuale contesto demografico, epidemiologico e socioeconomico -ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci in apertura – dedicando ampio spazio al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Pnrr, l’ho ripetuto spesso, rappresenta la nostra grande occasione per modernizzare il Servizio sanitario nazionale e per prenderci cura in maniera sempre più efficace di un’Italia che invecchia. Credo che una nazione moderna, con un welfare sanitario solidaristico come il nostro, debba dare risposte soprattutto ai suoi anziani, e ancor di più a quelli che vivono in situazioni di solitudine, prendendosi cura dei loro bisogni nella loro totalità. Ci sono condizioni di grande fragilità e non le possiamo ignorare”.

“Ci apprestiamo a mettere in campo gli strumenti previsti dal Dm 77 sulla nuova sanità territoriale, seppure rivisti numericamente al ribasso a causa della rimodulazione del Pnrr, che presuppongono una forte integrazione con l’assistenza sociale offerta dai comuni. Infatti – ha sottolineato Tiziana Frittelli, presidente nazionale di Federsanità – per evitare il fenomeno delle ‘sliding doors’ della fragilità sociale verso l’assistenza sanitaria che, comunque, non è in grado di fornire una presa in carico integrale, allargata alle esigenze sociali del paziente fragile, occorrono processi integrati e finanziamenti dedicati alla non autosufficienza e alla disabilità”.

“Il Dm 77, prevede strumenti nuovi di integrazione: il Punto unico di accesso presso le Case di comunità, dove avverrà la valutazione multidimensionale congiunta tra aziende sanitarie ed enti locali per le persone non autosufficienti; le Centrali Operative Territoriali, strumento fondamentale di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali, sanitari e sociosanitari, in dialogo con la rete dell’emergenza urgenza; il numero 116.117, per ogni esigenza sanitaria e socio-sanitaria a bassa intensità assistenziale; l’assistenza domiciliare integrata e la teleassistenza, i cui fondi sono stati incrementati a seguito della rimodulazione del Pnrr, vero punto di svolta verso la sostenibilità del sistema”, conclude Frittelli.

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