Sanità: medici scrittori, primo premio letterario Fnomceo
Roma, 5 gen. (Adnkronos Salute) – Far emergere, all’interno del rapporto medico-paziente, quei sentimenti ed emozioni che sono parte importante dell’umanizzazione delle cure e costituiscono, per il medico, lo strumento per comprendere la sofferenza. È questo l’obiettivo della prima edizione del premio letterario ‘Il sollievo dalla sofferenza’ indetto dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), in occasione della quarta Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato’, che si terrà il 20 febbraio prossimo.
“Quando vidi in quel volto gli occhi di mia madre”: questo il tema scelto per il 2024. Due le sezioni: narrativa/saggistica e poesia. La partecipazione – si legge in una nota – è aperta a tutti i medici e gli odontoiatri iscritti agli Albi degli Ordini italiani, che dovranno inviare le loro opere, originali e inedite, entro le ore 12 dell’8 febbraio. I primi cinque classificati per ogni sezione saranno invitati alla cerimonia che si svolgerà a Roma il 20 febbraio, durante la quale saranno proclamati e premiati i due vincitori.
“Da Céline a Cechov – afferma il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli – da Conan Doyle a Bulgakov, da Cronin a Keats molti sono stati i medici che sono stati anche scrittori o poeti. Del resto, medicina e letteratura sono intimamente legate, in quanto sono mezzi complementari di comprensione della natura umana. Tanto che oggi la medicina basata sulla narrazione è una vera e propria branca scientifica della medicina e costituisce uno degli strumenti più potenti di umanizzazione delle cure. Da qui nasce l’idea di un premio letterario nazionale rivolto a medici e odontoiatri, sul modello anche di alcune belle iniziative degli Ordini territoriali, come quello di Siracusa, dal quale abbiamo mutuato il tema di quest’anno, o delle associazioni di medici. L’obiettivo – conclude Anelli – è quello di far emergere il vissuto, i sentimenti, il cuore del medico, trasfigurandoli e riconoscendoli in quelli del paziente, come strumento potente di empatia e di una cura che nasce dalla piena comprensione e prossimità all’altrui sofferenza”.
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