La Settimana Enigmistica nata 90 anni fa grazie a un portasigarette
La Settimana Enigmistica è il frutto di un amore appassionato tra una bellissima austriaca e un giovane sardo. Due stanze e un portasigarette misero le ali a un sogno che ancora oggi allieta giovani e meno giovani.
| Editoria
La Settimana Enigmistica nata 90 anni fa grazie a un portasigarette
La Settimana Enigmistica è il frutto di un amore appassionato tra una bellissima austriaca e un giovane sardo. Due stanze e un portasigarette misero le ali a un sogno che ancora oggi allieta giovani e meno giovani.
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La Settimana Enigmistica nata 90 anni fa grazie a un portasigarette
La Settimana Enigmistica è il frutto di un amore appassionato tra una bellissima austriaca e un giovane sardo. Due stanze e un portasigarette misero le ali a un sogno che ancora oggi allieta giovani e meno giovani.
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La Settimana Enigmistica è il frutto di un amore appassionato tra una bellissima austriaca e un giovane sardo. Due stanze e un portasigarette misero le ali a un sogno che ancora oggi allieta giovani e meno giovani.
“Dal 1932 il passatempo più sano ed economico”: è con questo slogan che La Settimana Enigmistica festeggia i suoi 90 anni nel mercato editoriale, resistendo nel tempo grazie alla capacità di essere sempre la stessa senza per questo annoiare mai.
Sul mercato dal 23 gennaio 1932 per un totale di 4.687 uscite, da quando l’ingegnere sardo Giorgio Sisini decise di “accontentare” l’amata moglie austriaca Idell Breitenfeld, appassionata di quei cruciverba già ai tempi molto in voga a Vienna, investendo su una rivista di giochi, quiz e curiosità di 16 pagine al costo di 50 centesimi di lire. Scrisse alla sorella Giorgina: “In Germania, Austria e Francia se ne stampano molti (la sola Vienna ne conta oltre quindici!) per cui non v’è ragione di credere che anche in Italia un giornale del genere (unico!) non incontri il favore del pubblico”.
Ma non c’è successo senza sudore, ed è così che nascono le grandi cose.
Giorgio Sisini era infatti il rampollo di una ricca famiglia di industriali sardi e, come da copione, il padre aveva in serbo grandi cose per lui. In primis che il figlio lo affiancasse negli affari. Ma Giorgio era prima di tutto un dandy e Cagliari il suo palcoscenico. Il padre gli trovò un buon lavoro a Milano, riuscendo a concludere anche gli studi in ingegneria elettronica. Ma nella città meneghina Giorgio non trovò la maturità ma l’amore della sua vita: Idell. I due si sposarono e affittarono due stanze che diventeranno la redazione di quel nuovo gioco che aveva tutte le carte in regola per diventare un’icona editoriale italiana.
A corto di fondi, Giorgio vendette il suo prezioso portasigarette d’oro: galeotta fu quella vendita che diede vita, poco dopo, a La Settimana Enigmistica.
Nella prima pagina del numero I campeggiava un enorme cruciverba unito ad un disegno “a tutto schema” della ballerina e attrice messicana Lupe Vélez. Da quel momento in poi La Settimana Enigmistica uscirà a cadenza settimanale, prima il sabato poi il giovedì, senza mai interrompere le pubblicazioni. Dagli anni ‘40 adotterà gli slogan “La rivista che vanta innumerevoli tentativi di imitazione” sui numeri pari e “La rivista di enigmistica prima per fondazione e per diffusione” sui numeri dispari. Si, perché non si trattava di un format nuovo -neanche in Italia- ma unico è stato il suo modo di insediarsi nell’immaginario collettivo, diventando come un piacevole amico con cui passare del tempo spensierato e di qualità.
90 anni appena compiuti anche per Famiglia Cristiana
Stesso discorso vale per la rivista Famiglia Cristiana, settimanale di ispirazione cattolica ma con uno sguardo ampio sull’attualità, fondato nel 1931 dal beato Giacomo Alberione. Anche se c’è stato un momento in cui sembrava dovesse chiudere, Famiglia Cristiana è riuscita a sopravvivere al nuovo modo di intendere l’informazione. Non senza dei tagli. Per i 90 anni della rivista anche gli auguri di Papa Francesco: “Famiglia Cristiana ha accompagnato tante generazioni, impegnandosi ad essere presenza amica, un giornale di popolo e per il popolo, attento a dare la parola ai più deboli ed emarginati. Vi incoraggio a servire con gentilezza la verità mediante il buon giornalismo”. Un giornale che ha fatto la storia dell’Italia con scoop come quello pubblicato nel numero 4 del 27 gennaio 1985 e che porta la firma di David Sassoli, testimone dell’incontro tra l’allora ministro del Lavoro Gianni De Michelis e Oreste Scalzone, leader di Autonomia Operaia e latitante in Francia dopo aver subito due condanne. Un incontro-scandalo per forma e sostanza: i due parlano di una possibile amnistia con l’aiuto di altri ministri dell’allora Governo Craxi. È subito storia.Due prodotti diversi ma con un obiettivo comune
Famiglia Cristiana e La Settimana Enigmistica sono due riviste che hanno tenuto e tengono tantissima compagnia, soprattutto a un target non più giovanissimo che soffre spesso di solitudine. Non solo: diversi studi hanno dimostrato che risolvere puzzle e cruciverba rappresenta una sorta di elisir di giovinezza per la mente, aiutando la memoria, il ragionamento e utili nel prevenire la demenza senile e gli effetti devastanti dell’Alzheimer. Contemporaneamente, La Settimana Enigmistica è diventata anche uno status symbol, un oggetto immancabile negli zaini dei viaggiatori, il momento defaticante delle ferie o dei momenti di distensione. È rimasta autorevole e fedele a sé stessa per tutti questi anni senza farsi snaturare: la stessa sede di 90 anni fa – Piazza 5 Giornate, Milano- e stesso egocentrismo, di quello sano, di bastare a sé stessi non accettando alcuna pubblicità invadente – ma spesso necessaria- sui propri numeri. Anche per i suoi 90 anni non ha concesso nessuna intervista né autocelebrazione solenne (“Abbiamo da sempre una linea editoriale molto rigida, improntata a un’estrema riservatezza e discrezione, per cui non rilasciamo interviste e non forniamo materiale di sorta. È una scelta che abbiamo fatto già da decenni e che non consente deroghe” fanno sapere dalla redazione) ma solo un’idea, potente e longeva: fare compagnia, insegnare divertendo, non sentire il bisogno di cambiare ciò che funziona così com’è. E, a quanto pare, funziona benissimo. di Raffaela MercurioLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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