Ia: Ciardi (Cybersicurezza), ‘opportunità da affrontare con governance intelligente’
Milano, 7 mar. (Adnkronos) – L’intelligenza artificiale, un’opportunità o un problema con troppi rischi? A questa domanda si è cercato di trovare una risposta nel corso di uno degli incontri in programma al Festival del Managemente, in corso a Milano. “L’intelligenza artificiale scatena subito il dibattito tra ‘apocalittici integrati’, cioè tra chi la vede come corriera di un futuro luminoso, assolutamente produttiva per l’economia e chi la teme fortemente perché i rischi sono assolutamente da non sottovalutare -spiega Nunzia Ciardi, vicedirettrice generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale-. Premesso che io non appartengo a nessuna delle due fazioni, credo che l’intelligenza artificiale sia una tecnologia di enormi potenzialità, forse tra le tecnologie con le più grandi potenzialità mai esistite”.
Il fatto, spiega Ciardi, è “che ci piaccia o no, dal progresso non si torna indietro. Il problema va quindi affrontato o lo affronterà qualcun altro per noi. Dunque è bene sporcarsi le mani. Rimpiangere i bei vecchi tempi quando non esistevano i social o l’intelligenza artificiale è un esercizio inutile, oltre che antistorico”. E il problema, avverte, “sta nell’avere una governance intelligente”. Perché “l’intelligenza artificiale in sé ha tantissimi vantaggi e moltissimi rischi, il discrimine è una buona governance”.
“La tecnologia deve andare parallelamente a un esercizio di regole intelligenti. Certamente -ammette Ciardi- trovare questa linea di equilibrio è molto difficile. Anche gli esercizi che sta facendo l’Europa trovano sostenitori e detrattori perché, ad esempio, troppe regole soffocano l’impresa, soffocano i vantaggi che l’intelligenza artificiale può dare all’impresa: pensiamo ad esempio agli enormi vantaggi che può avere un’azienda dal poter processare una mole enorme di dati in un tempo estremamente ridotto, cosa che una mente umana non potrebbe mai fare. Le regole estremamente restrittive della privacy, però, possono limitare in modo importante le attività. In un recente congresso, i medici si lamentavano del fatto che non riuscissero a scambiarsi dati su sperimentazioni e aggregare dati e sistemi per arrivare rapidamente a cure più efficienti per questioni di privacy. Ecco -conclude- anche questo è un tema. Ed è per questo che è fondamentale trovare un equilibrio”.
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