Occlusione neoplastica al duodeno, intervento innovativo in Toscana
Firenze, 19 mar. (Adnkronos Salute) – Un paziente con tumore alla colecisti, con un’occlusione del duodeno, è stato sottoposto ad un innovato intervento, il primo in Toscana, di posizionamento di uno stent metallico tra lo stomaco e un’ansa intestinale, che ha consentito al paziente di tornare ad alimentarsi. l’operazione è stata effettuata all’Azienda ospedaliero-universitaria Senese dalla Gastroenterologia ed endoscopia operativa, in collaborazione con l’Anestesia e la rianimazione perioperatoria e le Professioni tecnico sanitarie dell’area radiologia medica
“Siamo uno dei pochi centri in Italia – spiega Raffaele Macchiarelli, direttore della Gastroenterologia ed endoscopia operativa – dove è possibile attuare questa metodica alternativa alla chirurgia, in modo da consentire al paziente un minor tempo di ripresa dell’alimentazione, una ridotta degenza ospedaliera e un tasso inferiore di complicanze. Tramite questa tecnica endoscopica riusciamo a creare un’ampia comunicazione intestinale con il posizionamento di una protesi metallica ricoperta tra lo stomaco e il piccolo intestino”.
La procedura si basa sulla collaborazione multidisciplinare con l’Unità operativa di anestesia e la rianimazione perioperatoria, diretta da Pasquale D’Onofrio, che nell’intervento in questione ha visto la partecipazione del dottor Salvatore Quarta, e con i professionisti dell’Unità Professioni Tecnico Sanitarie area Radiologia Medica, dirigente dottoressa Francesca Luppi. “Nausea, vomito, calo ponderale, malnutrizione e disidratazione – aggiunge Macchiarelli – sono i sintomi tipici della ostruzione meccanica allo svuotamento dello stomaco. Un trattamento immediato di tale condizione è indicato per risolvere la sintomatologia ostruttiva, permette al paziente di riprendere un’adeguata alimentazione e poter così affrontare il delicato percorso di cura della patologia oncologica di base. Questo innovativo intervento va quindi nella direzione del miglioramento di qualità della vita del paziente, possibile grazie all’impegno multidisciplinare messo in campo all’interno del nostro ospedale”.
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