Ungheria: giudici, ‘no consegna Marchesi per stato carceri e sproporzionalità pena’ (2)
(Adnkronos) – Nelle motivazioni della corte meneghina nei confronti del 23enne accusato di “lesioni personali potenzialmente letali” che sarebbero state compiute all’interno di “un’organizzazione criminale” – accuse che in Ungheria potrebbero costargli una condanna fino a 24 anni – si fa riferimento alla risoluzione dello scorso gennaio con cui il Parlamento europeo “ha rinnovato la propria preoccupazione in merito al deterioramento dello Stato di diritto e della situazione dei diritti fondamentali in Ungheria”.
Nella sentenza della quinta sezione penale, lunga 15 pagine, si ricostruiscono gli eventuali rischi nella consegna a partire dalla “annosa questione del sovraffollamento carcerario e delle sue conseguenze negative sulla vita quotidiana dei detenuti” oltre che dalle carenze igieniche e di sicurezza. E se l’Ungheria non ha mai fornito il nome dell’istituto di pena che avrebbe accolto Marchesi, i giudici meneghini ricordano che si tratta di un ragazzo “incensurato e di giovane età” che nei 129 giorni ai domiciliari ha tenuto “un comportamento probo e leale” rispettando i divieti imposti e che in Ungheria il carcere preventivo, per questa accusa, dura fino tre anni e “potrebbe dunque gravare seri pregiudizi alla vita” del 23enne.
Infine nel provvedimento che nega la consegna e restituisce la libertà in Italia per Marchesi (il mandato di arresto resta in vigore altrove, ndr) si ricorda come il carcere accerterebbe una “sproporzionalità della pena” che il sistema giuridico non può consentire.
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