Medicina, Giovagnoni (Sirm): “Con radiomica risposte più rapide su efficacia cure”
Milano, 8 mag. (Adnkronos Salute) – “La radiomica è una tecnica che utilizza sistemi di intelligenza artificiale (Ai) e machine learning in grado di processare il dato numerico di Tac e risonanza (Rm) per dare informazioni che l’occhio umano non può nemmeno immaginare. Questo permette di discriminare lo stato di differenziazione dei tessuti normali da quelli patologici e dare una diagnosi precoce di malattie come i tumori, di stabilire il grado di aggressività della patologia e quindi avere informazioni sulla prognosi. La cosa più promettente però è la possibilità di sapere, in tempi più rapidi”, anche nel giro di qualche giorno, “la risposta del paziente alla cura e quindi l’efficacia della terapia”. Attualmente la radiomica è impiegata “sui tumori di prostata polmone, mammella e fegato, ma se ne prevede l’impiego anche in altre malattie”. Lo ha detto Andrea Giovagnoni, presidente nazionale Sirm, Società italiana di radiologia medica e interventistica, questa mattina a Milano nel corso di un incontro con la stampa dedicato alle nuove frontiere del settore.
“La medicina moderna – continua Giovagnoni – non può prescindere dal radiologo” che, con il cambiamento tecnologico, evolve nella professione, “diventa gestore a tutto tondo del dato che si ricava dalle immagini e si inserisce nella medicina moderna, all’interno di team multidisciplinari”, non solo nella diagnosi, “ma anche come medico di riferimento, nel caso del radiologo interventista”, su particolari forme tumorali, per esempio. “Un’indagine Censis sulla percezione della figura del radiologo – che verrà presentata nei dettagli nel corso del prossimo Congresso nazionale Sirm, a giugno – evidenzia che circa la metà dei pazienti lo scambia con il tecnico che svolge l’esame”, e non lo considera medico. “E’ un problema che hanno anche gli americani, non ce ne facciamo un cruccio – sorride il presidente Sirm – Il nostro ruolo è fondamentale, anche se non da ‘frontman’, perché diventiamo centrali nella diagnosi e anche nel trattamento del paziente”.
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