Allarme Assofarm, ‘c’è carenza di farmacisti, urgente intervenire’
Roma, 9 mag. (Adnkronos Salute) – “Le riduzioni degli orari di apertura per mancanza di personale non sono più casi isolati, ma addirittura in aumento. E i numeri sui nuovi iscritti alle facoltà di farmacia profilano un’ombra allarmante sul futuro prossimo. I grandi sforzi fatti per rilanciare la farmacia territoriale, dotandola di nuovi servizi e di una più organica integrazione con il Ssn, rischiano di essere vanificati per la progressiva mancanza di materia prima professionale di cui abbisogna per funzionare e per crescere”. E’ l’allarme lanciato da Luca Pieri, presidente di Assofarm, l’associazione che rappresenta oltre 1.700 farmacie comunali italiane. Ieri si è riunita la Giunta federale di Assofarm a proposito della carenza di farmacisti. “E’ un problema complesso, generatosi nel tempo e da più fattori, per il quale serve una risposta di sistema e in tempi rapidi”, ha aggiunto Pieri.
Di fronte a tale situazione, il mondo delle farmacie comunali italiane “immagina almeno tre concrete vie da percorrere. La prima è sicuramente l’innalzamento dei livelli retributivi dei farmacisti dipendenti, l’elemento che più di ogni altro potrebbe spingere i giovani ad immaginare il proprio futuro professionale nelle farmacie private e pubbliche”, si legge nella nota di Assofarm. “L’obiettivo – continua Pieri – raggiungibile solo con misure che rilancino la redditività delle nostre aziende, prima fra tutte la Farmacia dei Servizi”.
“Parallelamente a ciò, come già dichiarato in altre sedi, le farmacie comunali intendono sviluppare meccanismi di welfare aziendale che offrano benefit tangibili paralleli al salario e possano migliorare la qualità della vita dei propri dipendenti. Una terza soluzione – suggerisce Assofarm – potrebbe altresì arrivare dall’introduzione dell’assistente del farmacista, figura già collaudata in altri paesi europei e che verrebbe formata attraverso una laurea breve. Si tratta di un professionista che svolgerebbe funzioni distributive logistiche e amministrative, lasciando ovviamente al farmacista la supervisione sulla dispensazione del farmaco e sul rapporto consulenziale diretto col paziente”.
“Dobbiamo quindi agire su almeno due fronti strategici – conclude Pieri – da un lato dobbiamo sgravare il farmacista di mansioni che può fare anche un tecnico adeguatamente formato, e dall’altro dobbiamo creare più farmacisti. Risultato, quest’ultimo, ottenibile solo se la carriera di farmacista dipendente sarà un lavoro professionalmente interessante ed economicamente gratificante”.
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