Pnrr, Eurispes: “Transizione a Ssn digitale presenta ancora sfide da superare”
Roma, 24 mag. (Adnkronos Salute) – L’impatto dei 15,5 miliardi previsti dal Pnrr per la Missione Salute, per riformare entro il 2026 il Servizio sanitario nazionale con l’innovazione della telemedicina, il completamento del Fascicolo sanitario elettronico e la digitalizzazione dei processi per arrivare ad una sanità davvero digitale, “presenta ancora diverse sfide da affrontare. La prima riguarda la mancanza di competenze digitali all’interno delle organizzazioni sanitarie, che posiziona l’Italia al diciottesimo posto fra i 27 Stati membri dell’Ue (Desi, 2022)”. Lo evidenzia il 36.esimo Rapporto Italia dell’Eurispes, pubblicato oggi.
“La seconda sfida è l’adeguamento delle strutture e dei servizi sanitari ai nuovi modelli e standard previsti dal decreto ministeriale 77 del 2022, inclusa la definizione dei criteri di accesso, erogazione e remunerazione delle prestazioni di telemedicina – prosegue il report – Un’ulteriore barriera è la ‘digital illiteracy’, poiché la telemedicina si è focalizzata principalmente sui dispositivi tecnologici e non sulla formazione del personale. Questo è ulteriormente aggravato dalla mancanza di una connettività veloce e uniforme su tutto il territorio nazionale”.
“Sono tre – indica il rapporto – i principali aspetti su cui il sistema sanitario nazionale necessita di essere riformato. Lunghe liste d’attesa e debolezze strutturali a livello territoriale: gli eccessivi tempi di attesa, come ha evidenziato il report dell’Aiop 2024, rappresentano uno degli elementi di maggiore iniquità nell’ambito del sistema sanitario; il fenomeno della migrazione sanitaria: nel 2021 ha raggiunto 4,24 miliardi, cifra nettamente superiore a quella del 2020 (3,33 miliardi); la carenza di personale e la mancanza di turnover: il 10% delle posizioni di medico di base rimane non occupato, situazione aggravata dal fatto che si prevede un significativo aumento dei pensionamenti. In questo senso, 20.000 medici di base andranno in pensione entro il 2031, lasciando posti vacanti che non saranno compensati dalla disponibilità di nuovi medici”, conclude l’Eurispes.
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