Riforme: primo ok Senato premierato con no compatto di tutte opposizioni, plaude Meloni
Roma, 18 giu. (Adnkronos) – Quando da poco i senatori hanno lasciato Palazzo Madama, Giorgia Meloni non fa mancare il suo compiacimento per il primo ok al disegno di legge costituzionale per l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Il premierato (“madre di tutte le riforme”: copyright sempre Meloni) ha superato la prima prova, quella del Senato, dopo circa sei mesi di discussioni, tensioni, liti e anche modifiche, a Palazzo Madama. “Un primo passo in avanti per rafforzare la democrazia, dare stabilità alle nostre Istituzioni, mettere fine ai giochi di palazzo e restituire ai cittadini il diritto di scegliere da chi essere governati”, scrive il premier su X. Sembra quasi di leggere lo striscione che i festosi senatori di Fratelli d’Italia, tutti e 63 presenti oggi in Senato, hanno nel frattempo innalzato in piazza, di fronte a San Luigi dei Francesi: ‘Fine dei giochi di Palazzo-con questa riforma decideranno gli Italiani’.
Poco più in là una opposizione che si è rinsaldata proprio nel no al premierato, invece, sceglie Piazza Santi Apostoli per contarsi e promettere battaglia contro i due ddl simbolo della destra di governo, quello della Casellati e quello sull’autonomia differenziata del leghista Calderoli, atteso al voto finale nelle prossime ore alla Camera. Pd, M5S, Avs, ma anche Italia Viva e Azione hanno votato un no condiviso in Senato al premierato, con alcune sfumature di valutazione del testo diverse -per i renziani occasione persa di fare una riforma utile-. Il pallottoliere, alla fine, mostra 109 voti favorevoli della maggioranza, 77 no e un astenuto, l’autonomista Durnwalder.
La cronaca della giornata al Senato, vuoi perché l’esito scontato ha rasserenato l’Aula, vuoi per la diretta televisiva che ha consigliato a tutti toni bassi, ma soprattutto per la scelta di spostare la sfida in piazza fatta dalle opposizioni che guardano già al referendum confermativo, non presenta colpi di scena. Da segnalarsi solo, a fine seduta, lo sventolio della Costituzione dai banchi del Pd, di M5S e di Avs, mossa subito ‘replicata’ dalle forze di maggioranza, così che il presidente La Russa ha buon gioco nel dire: “La Costituzione rappresenta tutti dal primo all’ultimo articolo, compreso il 138”.
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