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Melozzi

La Notte dei Serpenti, Melozzi: “Un cortocircuito generazionale”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Enrico Melozzi, Maestro e direttore artistico de La Notte dei Serpenti, questa sera in onda su Rai 2

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La Notte dei Serpenti, Melozzi: “Un cortocircuito generazionale”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Enrico Melozzi, Maestro e direttore artistico de La Notte dei Serpenti, questa sera in onda su Rai 2

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La Notte dei Serpenti, Melozzi: “Un cortocircuito generazionale”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Enrico Melozzi, Maestro e direttore artistico de La Notte dei Serpenti, questa sera in onda su Rai 2

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Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Enrico Melozzi, Maestro e direttore artistico de La Notte dei Serpenti, questa sera in onda su Rai 2

Non scopriamo certo oggi che l’Italia vanta una delle tradizioni musicali più ricche e sfaccettate al mondo, con ogni regione culla di autentiche tradizioni. Peccato che spesso si faccia poco o nulla per farle conoscere e valorizzare. Chi ha deciso di farne una missione è stato il maestro Enrico Melozzi. Tra una vittoria a Sanremo con i Måneskin e tanta musica in giro per lo Stivale, da due anni ha dato vita a “La Notte dei Serpenti”, un evento pensato appositamente per valorizzare la cultura musicale della sua terra: l’Abruzzo. La seconda edizione, tenutasi a Pescara il 20 luglio, è stata un successo, con 20mila persone presenti, e sarà trasmessa oggi in prima serata su Rai2 con la conduzione di Andrea Delogu. «È la prima volta che la musica popolare, intesa in questa forma, va in onda in prima serata dalla fondazione della Rai. E non era mai successo che si facesse una trasmissione di questo livello in Abruzzo» ci ha raccontato orgoglioso Melozzi.

Lo spettacolo ha visto alternarsi sul palco nomi del calibro di Al Bano, Colapesce Dimartino, Coma_Cose, Filippo Graziani, Giovanni Caccamo, Noemi e Umberto Tozzi. Tutti si sono messi in gioco cantando alcuni dei loro più grandi successi, alcuni riscritti appositamente in dialetto, oltre a brani tradizionali abruzzesi. «Quando abbiamo fatto la chiamata alle arti per gli artisti, avevamo solo la prima edizione per spiegare loro il tipo di iniziativa. Era necessario che entrassero davvero nel progetto e non era una cosa facile. Ho scelto quelli che potessero rappresentare un intreccio generazionale, con l’idea di creare un evento che avesse un pubblico simile a quello della processione della Madonna che fugge di Sulmona, che attira persone dai tre ai novant’anni. Non un evento estivo come quelli organizzati da alcune radio, pensati solo per i ventenni». Oltre a numerosi artisti della regione e a un’orchestra di professionisti, i protagonisti della serata sono stati altri: «Ho scelto di mettere al centro il coro, con 40 coristi giovanissimi (alcuni di soli 14 anni). Hanno creato un effetto molto particolare, perché siamo abituati a sentire queste canzoni sulle bocche delle nostre nonne. Ascoltarle cantate da ragazzini ha generato un vero e proprio corto circuito generazionale, liberandole da quel dimenticatoio in cui erano relegate. Ho poi coinvolto una ventina di cori tradizionali, per un totale di quasi un migliaio di coristi, ognuno con il costume tipico del proprio coro e del proprio paese».

Se “La Notte dei Serpenti” ha avuto il merito di accendere i riflettori sull’Abruzzo come raramente successo prima, per Melozzi la vera conquista è stata un’altra: «L’Abruzzo è sempre stata una terra dove, se dicevi “Voglio fare il musicista”, ti rispondevano “Sì, ma di mestiere cosa vuoi fare?”. Ora l’Abruzzo e la sua arte sono protagonisti di una prima serata Rai. Molti ragazzi del coro mi hanno scritto dopo la produzione, dicendomi di aver capito di poter fare musica nella propria vita. Stiamo dando motivazione a una generazione di esistere, di coltivare la propria passione e di dire “Io sono nato in Abruzzo e orgogliosamente faccio l’artista!”. Se dai modo a una generazione di vivere delle proprie passioni, colmi la differenza che c’è fra la grande città e la provincia».

Per l’occasione e su questo tema Enrico ha scritto “La notte scura”, una canzone nata di getto dopo un triste fatto di cronaca avvenuto a Pescara: «La notte scura è la notte da cui un giovane vuole fuggire per andare verso la bellezza, verso una notte di festa, dove i ragazzi vanno per ballare, per trasformare la loro depressione, infelicità e rabbia in amicizia, in amore. Un giovane che fugge dalla sua notte scura, metropolitana, è qualcuno che ha capito che sta andando verso la bellezza, la cultura, la musica, il teatro, la danza, la poesia. Si può salvare una generazione persa nei videogame e nei social. La morte del povero Christopher, ucciso per 200 euro da assassini giovanissimi che poi si sono fatti dei selfie in spiaggia, mi ha sconvolto e ha ispirato questa canzone».

di Federico Arduini

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