Ucraina, una carneficina che dura da 900 giorni
Il numero di vittime civili in Ucraina è in forte aumento e l’esercito russo ha intensificato l’offensiva e introdotto nuove tecnologie di bombardamento
Ucraina, una carneficina che dura da 900 giorni
Il numero di vittime civili in Ucraina è in forte aumento e l’esercito russo ha intensificato l’offensiva e introdotto nuove tecnologie di bombardamento
Ucraina, una carneficina che dura da 900 giorni
Il numero di vittime civili in Ucraina è in forte aumento e l’esercito russo ha intensificato l’offensiva e introdotto nuove tecnologie di bombardamento
Il numero di vittime civili in Ucraina è in forte aumento e l’esercito russo ha intensificato l’offensiva e introdotto nuove tecnologie di bombardamento
Mosca – A distanza di un paio di settimane si stanno evidenziando meglio i contorni e gli orizzonti della reazione in territorio russo dell’esercito di Zelensky. Anche se, indiscutibilmente, l’avanzamento nella zona di Kursk segue delle necessità strategiche di carattere militare, è allo stesso tempo evidente che – come ha ripetuto più volte lo stesso presidente ucraino – il fine umanitario è anch’esso chiaro: creare una buffer zone per impedire gli attacchi in profondità dei missili russi che producono morte e distruzione tra i civili. È quanto emerge da un recente studio dal portale russo indipendente “Verstka” sui recenti attacchi russi in Ucraina.
Come sottolinea il documento, «il numero di vittime civili in Ucraina è in forte aumento e l’esercito russo ha intensificato l’offensiva e introdotto nuove tecnologie di bombardamento». In totale, secondo i calcoli realizzati da “Verstka”, negli ultimi sei mesi sono stati uccisi 806 civili e 3.858 sono rimasti feriti nei bombardamenti in territorio ucraino. «Il maggior numero di vittime nella prima metà del 2024 – afferma lo studio – si è registrato nelle regioni di Kharkiv, Donetsk, Kherson e Dnipropetrovsk». Si tratta di cifre che fanno impallidire rispetto all’uccisione di 31 civili e al ferimento di altri 79 nella regione di Kursk a seguito degli attacchi delle Forze armate ucraine tra il 6 e 21 agosto denunciati dall’agenzia russa “Tass”.
La provincia di Kharkiv ha il triste primato del maggior numero di vittime civili: 220 morti e 1.192 feriti negli ultimi sei mesi. Il numero di vittime è aumentato notevolmente a maggio, quando l’esercito russo ha lanciato un’offensiva nella regione di Belgorod. Prima di allora nella regione venivano uccise tra le 25 e le 36 persone al mese. A maggio il bilancio è stato di 85 vittime, quasi tre volte superiore a quello del mese precedente. Almeno 300 bombe sono state sganciate sulla piccola città di Volchansk, al centro della quale corre ora la linea del fronte, sostiene un rappresentante dell’esercito ucraino. I canali Telegram della propaganda russa hanno pubblicato filmati dei devastanti bombardamenti, ripresi da un elicottero. «Le città sono in fiamme. Strada dopo strada sono state cancellate dalla faccia della Terra. Tutto intorno è in rovina» ha detto una donna evacuata da Volchansk al personale delle Nazioni Unite. «Il sangue mi è colato su tutto il viso, non so se è rimasto qualcosa nell’appartamento. Il nastro adesivo alle finestre non è servito a nulla» ha ricordato invece una donna di 66 anni del villaggio di Lukyantsy, ora controllato dall’esercito russo.
La regione di Donetsk è al secondo posto in termini di vittime. Per sei mesi nel territorio controllato dagli ucraini sono state uccise 237 persone e 798 sono rimaste ferite. Sebbene le vittime in questa regione siano meno numerose rispetto alla regione di Kharkiv, la loro percentuale rispetto al totale della popolazione è ancora più alta. Al terzo posto per numero di vittime c’è la parte della regione di Kherson controllata dagli ucraini, sulla riva destra del Dnepr.
Una carneficina che dura ormai da oltre 900 giorni: secondo i dati delle Nazioni Unite, durante l’intero periodo dell’invasione sono stati uccisi 11.284 ucraini mentre quelli feriti sono stati 22.594.
di Yuri Colombo
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