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Lea Pericoli

Addio a Lea Pericoli, la Divina del tennis italiano

Sport italiano in lutto: si è spenta all’età di 89 anni la Divina del tennis italiano Lea Pericoli

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Addio a Lea Pericoli, la Divina del tennis italiano

Sport italiano in lutto: si è spenta all’età di 89 anni la Divina del tennis italiano Lea Pericoli

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Addio a Lea Pericoli, la Divina del tennis italiano

Sport italiano in lutto: si è spenta all’età di 89 anni la Divina del tennis italiano Lea Pericoli

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Sport italiano in lutto: si è spenta all’età di 89 anni la Divina del tennis italiano Lea Pericoli

Si è spenta all’età di 89 anni la Divina del tennis italiano Lea Pericoli. Soprannominata “la divina” da Gianni Clerici per la sua capacità di unire doti tecniche importanti ad uno stile unico. Una campionessa che fu numero 1 d’Italia per 14 anni tra il 1959 e il 1976. Nei tornei del Grand Slam ha raggiunto per ben 4 volte gli ottavi al Roland Garros (1955, 1960, 1964 e 1971) e tre volte a Wimbledon (1965, 1967 e 1970).

Personaggio gigantesco, glamour come pochissimi. Quando ancora manco usavamo questo termine. Elegante da impazzire, di una bellezza altera e assolutamente italiana. 

Lea Pericoli è stata una formidabile tennista e un’inimitabile Brand Ambassador del nostro Paese. La sua immagine, per sempre vicina a quella del fenomeno italiano dei tempi Nicola Pietrangeli, riporta all’era inimitabile e tramontata per sempre del tennis rigorosamente in bianco. A cui Lea seppe aggiungere un tocco di originalità e classe in campo, con completini ricchi di pizzi e balze che prima fecero scandalo e poi epoca. Al punto da essere cristallizzati per sempre ed esposti al Victoria and Albert Museum di Londra,  riconoscimento di cui la Pericoli è sempre andata giustamente orgogliosa. Forse più degli stessi successi ottenuti in campo. 

Signora di classe infinita e squisita gentilezza, seppe trasferire in televisione la sua classe e molto si deve anche a lei se il Tennis in Italia abbia conservato allure e attenzione, anche quando i risultati dei nostri atleti latitavano.

di Fulvio Giuliani

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