Agli Stati Generali dell’Export si guarda alla Cina: “Oggi tocca noi copiarli”
E’ stata la geopolitica la vera protagonista della due giorni che si è appena chiusa a Milano. Le aziende guardano alla Cina per il proprio business, senza dimenticare i nuovi scenari economici legati alle guerre in corso
Agli Stati Generali dell’Export si guarda alla Cina: “Oggi tocca noi copiarli”
E’ stata la geopolitica la vera protagonista della due giorni che si è appena chiusa a Milano. Le aziende guardano alla Cina per il proprio business, senza dimenticare i nuovi scenari economici legati alle guerre in corso
Agli Stati Generali dell’Export si guarda alla Cina: “Oggi tocca noi copiarli”
E’ stata la geopolitica la vera protagonista della due giorni che si è appena chiusa a Milano. Le aziende guardano alla Cina per il proprio business, senza dimenticare i nuovi scenari economici legati alle guerre in corso
E’ stata la geopolitica la vera protagonista della due giorni che si è appena chiusa a Milano. Le aziende guardano alla Cina per il proprio business, senza dimenticare i nuovi scenari economici legati alle guerre in corso
La meccanica, la moda, il settore agroalimentare ma anche la guerra. I punti di forza che da sempre contraddistinguono il cuore pulsante del made in Italy devono fare i conti con i nuovi e drammatici scenari internazionali che inevitabilmente hanno un impatto sull’economia globale. Di questo e molto altro si è discusso in occasione degli “Stati Generali dell’Export” che si sono appena conclusi a Milano. La Cina è l’osservata speciale, la più “desiderata”, verso la quale indirizzare il business di oggi e di domani. Di più: se in passato sono stati loro a copiarci, oggi tocca a noi, soprattutto nel campo dell’elettronica e dell’automotive.
L’evento ideato e promosso da Lorenzo Zurino, fondatore e presidente dell’Italian Export Forum (IEF) è stato moderato Vanessa Grey speaker di RTL 102.5.
“La domanda incontra sempre l’offerta, anche in caso di guerra.” ha affermato Riccardo Maria Monti, Vice Presidente esecutivo Fondazione Italia Cina “L’export va in una dimensione crescente e il Mediterraneo sta trovando di nuovo una grande centralità. L’Italia deve dunque saper valorizzare questo patrimonio e di conseguenza, la geopolitica diventa sempre più centrale.”
“Ringrazio dell’invito a questo prestigioso Forum, dimostrazione del fatto che il “Genio” italiano continua ad essere competitivo. “ha aggiunto Massimo D’Alema, Presidente Associazione Italiani Europei “Stiamo vivendo una trasformazione “epocale”: l’equilibrio mondiale che ha retto il mondo per 500 anni sta cambiando. Quando nacque nel 1975, il G7 rappresentava circa il 60 per cento dell’economia mondiale. Oggi il dato si attesta solo al 29 per cento. Dunque la legittimazione che derivava dall’essere la grande potenza del mondo è dimezzata. La Cina è in crisi? Relativamente. Non cresce più del 10 per cento, ma il dato del 5.5 per cento non è male. La seconda economia del mondo sarà l’India, seguita poi da Stati Uniti, Indocina, Pakistan…questo è il trend irrevocabile di oggi, ed è una scienza esatta che lo dice: la demografia. Noi siamo una porzione sempre più piccola. Non solo diventiamo sempre di meno ma siamo sempre più vecchi con un’età media di 47 anni. Questo cambiamento, peraltro, si accompagna alle guerre. Dunque a cosa dobbiamo avere interesse? La risposta è chiara: alla pace. Nessuno la nomina più. Si parla solo di vittoria. Non siamo pronti alla guerra nucleare. È guerra che nessuno può vincere. Bisogna pertanto trovare una soluzione politica, che significhi avere il coraggio di prendere decisioni e sapere dove andare. Noi abbiamo interesse alla pace nel Mediterraneo. Ad est e a sud. Ma abbiamo anche interesse affinché il mondo rimanga un mondo aperto e che di conseguenza, crescano il commercio mondiale, le interazioni, etc. L’Occidente deve cioè integrarsi con la crescita mondiale. E ci sono due modi di invecchiare: uno sereno e uno rancoroso. Noi dobbiamo scegliere il primo. In un mondo aperto abbiamo bisogno di civiltà.”
“Per costruire noi, che siamo una potenza esportatrice, non possiamo accontentarci.” ha sottolineato l’Ambasciatore Vincenzo De Luca, già Direttore Generale Sistema Paese “C’è l’Asia, un insieme di 700 milioni di abitanti. Il Mediterraneo è fondamentale ma dobbiamo guardarci fuori anche dai nostri confini con molto realismo. Le sfide tecnologiche e della sostenibilità si sposteranno sempre di più in Asia.”
Michele Briamonte, Ceo Grande Stevens, nel suo intervento ha esordito con un aneddoto di buon auspicio nei confronti di questo evento, dicendo: “Qua, a Palazzo Reale è stata fondata la società delle Nazioni e dunque è una sede ideale per il nascere di propositi costruttivi. “L’interesse alla pace non lo considero ontologico o assolutistico. Ci sarà un salto “quantico” dell’umanità. I prossimi 100 anni non saranno gli anni in cui si parlerà in cinese ma quelli in cui una grande fetta di popolazione cinese imparerà gli ideogrammi. L’interesse italiano è dunque quello di un Europa federale. E il nostro interesse occidentale è la capacità di non essere “Caini” nei confronti di chi si avvicina.”
“Non credo che nel lungo periodo la Russia possa continuare a sostenere questa linea politica.” ha affermato l’Ambasciatore, Pasquale Terraciano “È preferibile tracciare una linea e accettare l’idea che abbiamo una seconda guerra fredda, ma potremmo arrivare a quella che era la prima guerra fredda, ossia una guerra non combattuta, io credo con l’ingresso dell’Ucraina nella NATO.”
Spunti interessanti, anche quelli divulgati dal confronto tra diverse realtà imprenditoriali nel campo della meccanica, dove si sono messe a confronto una multinazionale come Brembo (4+ mlrd fatturato) con altre realtà di piccole medie imprese, con le difficoltà di quest’ultime nell’export.
Enfasi è stata data sulla grande opportunità rappresentata da forme commerciali, sociali e cooperative per le piccole medie imprese.
Altro momento topico è stato, senza ombra di dubbio, quello focalizzato sul tema sicurezza e difesa, con l’intervista del presidente Zurino a Stefano Pontecorvo presidente di Leonardo spa.
“La spesa della difesa si attesta al 2 per cento” ha affermato Pontecorvo “ed è un dato anacronistico perché l’attenzione alla difesa sta salendo ovunque. Nel piano strategico di Leonardo parliamo di sicurezza piuttosto che di difesa globale. Saltano le linee telefoniche, le linee elettriche. Ci stanno mettendo in uno stato di insicurezza globale. La sicurezza va assicurata. Leonardo lo fa.”
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- Tag: imprese
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