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Guerra Ucraina, Pirani (Uiltec): “Rischio blackout energetici in prossimi mesi”

24 Febbraio 2022

Roma, 24 feb. (Labitalia) – Con lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina “ci saranno degli aspetti economici molto pesanti perchè la nostra economia soprattutto dal punto di vista dell’approvigionamento energetico e delle materie prime è legata alle importazioni. E fino ad ora non abbiamo dei piani B. La Francia può contare sulle centrali nucleari, la Germania prolunga le centrali a carbone. E noi rischiamo di trovarci in mezzo al guado senza la possibilità di approvvigionarci in maniera sostenibile”. Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec, il sindacato di categoria dei lavoratori dell’energia, della chimica e del manifatturiero, dopo l’attacco di stamane della Russia all’Ucraina.

E Pirani ricorda che “è dell’altro giorno l’annuncio che lo Stato uscirà dalla produzione di energia elettrica tradizionale, non saranno fatti gli investimenti di riconversione delle attuali centrali a carbone puntando sulle fonti rinnovabili. Che oggi rappresentano però solo il 18% della produzione energetica nazionale. Quindi c’è il rischio di black out energetici pesanti che si aggiungeranno a possibili black out nell’utilizzo del gas. Ci aspettano quindi mesi molto difficili”, avverte Pirani.

E sul conflitto tra Russia e Ucraina sottolinea che “siamo di fronte a un confronto che richiama l’epoca della costruzione del Muro di Berlino tra democrazia, indipendenza e autodeterminazione degli Stati da una parte e dall’altra la volontà di affermare modelli autocratici e di sovranità limitata. E’ un grave ritorno al passato che rischia di sfociare in eventi terribili nel cuore dell’Europa. Occorrono risposte ferme e coordinate da parte dell’Occidente, da parte dell’Unione Europea, sapendo che quello della pace è uno dei valori fondativi della nostra unione”.

Per Pirani è necessario agire subito, non c’è più tempo. “Dobbiamo avere una strategia per rendere l’Italia, ma anche l’Europa, indipendente dal punto di vista dell’energia. L’economia va avanti se si produce energia. Senza energia o con un’energia sottoposta al tallone di Mosca non si va da nessuna parte”, aggiunge ancora.

E quindi “bene la dichiarazione di Draghi sull’estrazione del gas nazionale. Basti ricordare che il gas nazionale costa il 10% rispetto a quello che importiamo, per il 40% appunto dalla Russia. Noi abbiamo riserve di gas naturale, dobbiamo utilizzarle fino in fondo. Dobbiamo seguire strade alternative come la Tap e costruire i rigassificatori in modo da potere usare il gas liquid. Sono scelte immediate da fare”, rimarca il leader sindacale.

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