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Ia, Cocco (Clessidra Pe): “Sta trasformando competenze, sarà sempre più acceleratore”

11 Dicembre 2024

Roma, 11 dic. (Labitalia) – “L’intelligenza artificiale (IA) sta trasformando profondamente il panorama delle competenze, ridefinendo sia il modo in cui apprendiamo sia le abilità che consideriamo essenziali. Oggi, strumenti come i tutor virtuali e le piattaforme di apprendimento personalizzate permettono agli studenti di accedere a contenuti didattici su misura, adattati al loro ritmo e livello di conoscenza. Questo approccio migliora il rendimento, offrendo un supporto immediato e mirato, soprattutto in ambiti complessi come matematica e scienze”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Roberta Cocco, senior advisor it/digital industry di Clessidra private equity sgr, sul futuro dell’intelligenza artificiale e dei suoi effetti sulle competenze.

Secondo Cocco, “tuttavia, il futuro richiederà di bilanciare due dimensioni fondamentali: la capacità dell’Ia di potenziare l’apprendimento e il rischio di dipendenza tecnologica. Se da un lato l’Ia può stimolare nuove forme di creatività e problem-solving, dall’altro potrebbe ridurre l’impegno umano nella comprensione profonda e nello sviluppo del pensiero se usata in modo acritico”. Per l’esperta, “in prospettiva, l’Ia non solo ridefinirà le competenze tecniche e digitali necessarie nel mercato del lavoro, ma diventerà un acceleratore per l’acquisizione di competenze trasversali, come l’analisi, la gestione delle informazioni e la capacità di collaborare in ambienti ibridi. L’importante sarà non confondere la tecnologia con il fine: essa è uno strumento, non un sostituto della creatività e dell’intelligenza umana”.

E, secondo l’esperta, “per sfruttare il potenziale positivo dell’Ia nella scuola, è necessario adottare un approccio strategico e consapevole, che includa tre dimensioni principali”. “I docenti – spiega – devono essere messi nelle condizioni di comprendere e integrare l’Ia in modo efficace. Questo implica percorsi di formazione specifici non solo sugli strumenti tecnologici, ma anche sulle implicazioni etiche e metodologiche del loro utilizzo. È fondamentale stabilire regole chiare -continua- sull’uso dell’Ia in ambito scolastico, orientate a promuovere la crescita cognitiva e creativa degli studenti, evitando che la tecnologia diventi un’alternativa ai processi di apprendimento”.

Per Cocco, “l’Ia dovrebbe essere integrata nei programmi educativi come supporto, non come sostituto”. “È essenziale – sottolinea – un uso consapevole che valorizzi sia le competenze tecnologiche sia quelle tradizionali, come il pensiero critico, la capacità di lavoro in team, l’apertura alla collaborazione. Questo approccio aiuterà gli studenti a usare l’Ia non solo per ottenere risposte, ma per generare nuove domande e valutare diverse prospettive”. Secondo l’esperta, “queste misure sono alla base di un cambiamento culturale che promuova l’Ia come alleato, non come limite, per la creatività e l’apprendimento”.

Ma quale è la conoscenza dell’Ia che si ha nel sistema dell’istruzione italiano? “Nel sistema educativo italiano, la conoscenza dell’Ia -risponde Cocco- è ancora frammentaria e disomogenea. Se da un lato ci sono progetti che iniziano a integrare l’Ia nei percorsi didattici, dall’altro molti insegnanti e istituzioni si trovano impreparati ad affrontare l’ampiezza delle sue implicazioni. Il Rapporto Unesco 2023 evidenzia come l’uso della tecnologia nelle scuole italiane sia spesso limitato agli strumenti tradizionali, senza una piena consapevolezza delle potenzialità dell’Ia. Inoltre, l’assenza di un quadro normativo chiaro sull’integrazione di queste tecnologie amplifica il divario tra chi riesce a sperimentare e chi rimane escluso”.

“Per colmare questa lacuna, è necessario promuovere una conoscenza diffusa delle opportunità e dei rischi legati all’Ia, tra i docenti e tra gli studenti. Questo include l’introduzione di moduli specifici sulla tecnologia e sul pensiero computazionale nei curriculum oltre alla creazione di reti di condivisione tra scuole, università e centri di ricerca. Il futuro richiede un sistema educativo più dinamico e inclusivo, capace di accompagnare la trasformazione digitale senza perdere di vista l’importanza del pensiero critico e della dimensione umana nell’apprendimento”, conclude Cocco.

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