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Milano: nuovi approfondimenti in procura su presunti contatti tra La Russa e Pazzali

13 Febbraio 2025

Milano, 13 feb. (Adnkronos) – Nuovi approfondimenti e una riunione per mettere in fila, “giorno per giorno, minuto per minuto” tutte le possibili telefonate del 19 maggio 2023 – e dei giorni successivi – tra Enrico Pazzali e il presidente del Senato Ignazio La Russa. La procura di Milano che sembrava aver chiuso questo fronte di indagine ‘riapre’ gli accertamenti dopo l’articolo de Il Fatto Quotidiano. In un interrogatorio Samuele Calamucci, uno degli hacker coinvolti nell’inchiesta Equalize (società di spionaggio presieduta da Pazzali) parla di una conversazione tra Pazzali e l’amico ‘Ignazio’ in cui si discute della presunta violenza sessuale compiuta da Leonardo Apache, figlio dell’esponente di FdI.

La telefonata, se confermata dagli inquirenti, getterebbe una nuova luce sulla circostanza già emersa nei mesi scorsi, ossia di alcune ricerche fatte dal gruppo di via Pattari sui figli di La Russa su richiesta del presidente di Fondazione Fiera. Circostanza su cui la difesa della ragazza aveva chiesto approfondimenti. Dal verbale di Calamucci emerge anche un’altra cosa: Pazzali, sempre lo stesso giorno di maggio, riceve la richiesta di un presunto ufficiale dei carabinieri che informazioni sulla logistica della casa del presidente del Senato dove si è consumato il presunto stupro. La telefonata arriva quando la ragazza esce dalla clinica Mangiagalli dove si fa visitare, ma quando la notizia non è nota: diventerà pubblica solo 40 giorni dopo, quando la 22enne trova il coraggio di denunciare.

Dai tabulati telefonici in mano alla procuratrice aggiunta Letizia Mannella e alla pm Rosaria Stagnaro, titolari dell’indagine sulla presunta violenza sessuale, “non risultano al momento contatti rilevanti” tali da far ritenere che il presidente La Russa abbia chiamato Pazzali quel 19 maggio 2023. Parole che confermano quelle di La Russa che in una nota precisa: “Non ho mai parlato, e ripeto mai, con Enrico Pazzali né tantomeno con imprecisati carabinieri, dei fatti di cui è stato accusato mio figlio Leonardo. Non avrei in ogni caso potuto parlarne con alcuno fino a quando (ben 40 giorni dopo) ho appreso dai giornali dell’accusa e della denuncia presentata dalla ragazza”. I nuovi accertamenti potrebbero far slittare la decisione, che era imminente, sul presunto stupro.

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