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Lavoro: Variazioni, al via la prima mappatura nazionale sullo smart working aziendale

17 Marzo 2022

Roma, 17 mar. (Labitalia) – Variazioni, società di consulenza e innovazione organizzativa per l’adozione di politiche di smart working, lancia la prima indagine a livello nazionale per mappare le principali caratteristiche delle Policy aziendali, i diversi approcci alla regolazione dello smart working per tracciare le traiettorie del lavoro nel futuro prossimo. L’indagine vuole restituire una fotografia estremamente attuale di come si stanno organizzando le aziende di diversi settori e dimensioni nella regolazione dello smart working. Tra i principali elementi indagati: le caratteristiche della flessibilità (esempio delle giornate, dell’orario e dei luoghi), il processo introduttivo e gli attori coinvolti, la disciplina della disconnessione e le riflessioni delle aziende sul futuro prossimo. Un lavoro importante per mettere a confronto i diversi atteggiamenti che Variazioni ha osservato emergere nelle imprese: le visionarie che puntano ad innovare l’organizzazione, le reattive che riconoscono il cambiamento e ne vogliono far parte, le caute che si orientano verso una prima sperimentazione “vigilata” e le resistenti che accettano il cambiamento e lo intendono lo smart working come uno strumento di welfare.

“L’obiettivo – spiega Arianna Visentini, ceo di Variazioni – è mappare gli orientamenti delle imprese rispetto al fenomeno, per definire i principali trend e capire quali saranno le caratteristiche del lavoro dopo l’emergenza pandemica. Vediamo tante imprese alla finestra in osservazione alla ricerca a modelli utili a guidare le stesse organizzazioni a comprendere come intendono collocarsi rispetto all’evoluzione nell’organizzazione del lavoro che stiamo vivendo”. Molte le aziende infatti, in vista della scadenza del 1° aprile, con il ritorno al regime ordinario e la fine del periodo emergenziale, stanno introducendo o rivedendo gli accordi individuali e, rispetto al lavoro agile assumono atteggiamenti molto diversi. Per continuare dopo il 31 marzo ad applicare il lavoro agile, i datori di lavoro, dovranno sottoscrivere per ogni smart worker un accordo individuale e inviare la comunicazione obbligatoria al ministero del Lavoro utilizzando il ‘tool’ messo a disposizione dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

In caso di assenza della comunicazione obbligatoria (da effettuare entro un giorno prima dell’avvio) si rischia una sanzione amministrativa. Da 100 a 500 euro di sanzione amministrativa per ogni dipendente. Tali accordi individuali si riflettono di solito all’interno di una policy aziendale, ovvero il framework all’interno del quale vengono definite le linee guida generali del lavoro agile. L’introduzione di regole all’interno dell’organizzazione, non è un puro atto formale a sé stante, ma ha delle implicazioni culturali da tenere in considerazione. Nella policy trovano concreta declinazione gli obiettivi ricercati dall’azienda messi in relazione con i valori, le consuetudini e la cultura organizzativa. La policy per esempio definiscono In che modo viene regolata la flessibilità del lavoro e l’alternanza in ufficio, i comportamenti dello smart worker e i motivi per cui si è deciso di adottare lo smart working: dal numero di giornate in smart working alla dotazione tecnologica, ai dipendenti coinvolti, la disconnessione, tempi di riposo ed esercizio dei poteri datoriali.

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