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Artivismo

L’artivismo, quando l’arte è impegnata

Banksy, Jorit, Marina Abramovic, United Photographers 4 Ukraine: come la fotografia, la street art e l’arte performativa, si sono unite per supportare attivamente la causa Ucraina.
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L’artivismo, quando l’arte è impegnata

Banksy, Jorit, Marina Abramovic, United Photographers 4 Ukraine: come la fotografia, la street art e l’arte performativa, si sono unite per supportare attivamente la causa Ucraina.
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L’artivismo, quando l’arte è impegnata

Banksy, Jorit, Marina Abramovic, United Photographers 4 Ukraine: come la fotografia, la street art e l’arte performativa, si sono unite per supportare attivamente la causa Ucraina.
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Banksy, Jorit, Marina Abramovic, United Photographers 4 Ukraine: come la fotografia, la street art e l’arte performativa, si sono unite per supportare attivamente la causa Ucraina.
Ne avevamo già parlato qualche giorno fa in questo articolo: l’arte ha da sempre posseduto una naturale propensione all’impegno sociale e culturale, specialmente in tempi bui come quelli di guerra. Se però un tempo l’artista possedeva un ruolo predominante nel contesto sociale come pochi altri erano in grado di avere, oggi l’arte si è frammentata in diverse forme, alcune volutamente indecifrabili, tanto che continua ancora oggi lo storico dibattito su quali siano i parametri per considerare un’opera arte o non arte. Allo stato attuale, forse, l’aspetto che definisce meglio l’arte contemporanea è la difficoltà di definirla criticamente. Se prima della fine degli anni ‘60 l’arte era facilmente etichettabile e schedabile in una definita corrente o scuola pittorica, oggi la tendenza è quella di una frammentazione artistica in diverse forme eterogenee. È in questo contesto che si collocano le iniziative di alcuni artisti/progetti che hanno deciso di contribuire e sostenere la causa Ucraina attraverso la loro arte. Alcuni esperti l’hanno definita ‘artivisimo’: corrente che guarda all’arte come impegno, rifiutando logiche puramente estetiche o disimpegnate, disdegnando l’arte come bellezza estetica e decoro prediligendo un intervento concreto sul presente e l’attualità. Scopriamo alcune iniziative:
  1. Banksy

L’artista più misterioso al mondo non poteva non far sentire la sua voce anche in questo momento e così ha messo all’asta la sua opera realizzata nel 2005 dal titolo ‘CND Soldiers’. L’opera, nata per denunciare l’allora partecipazione del Regno Unito al conflitto in Iraq, ritrae due soldati che dipingono sul muro il simbolo della pace, seppur in un color rosso sangue, quasi a rappresentare il contrasto tra la guerra e la pace. I proventi verranno devoluti ad un ospedale pediatrico di Kiev.
Banksy CND Soldiers
©Banksy- CND Soldiers
  1. Jorit

Anche il nostro connazionale Jorit Ciro Cerullo, conosciuto semplicemente come Jorit, ha voluto utilizzare la sua arte come strumento di denuncia. Sulla facciata dell’istituto tecnico Righi nel quartiere Fuorigrotta a Napoli è apparso il volto dello scrittore russo Dostoevsky, a rischio censura dopo la polemica scaturita dalla papabile cancellazione di un corso dedicato alla letteratura russa all’Università Bicocca di Milano. “Voglio lanciare un messaggio perché la cultura non sia mero nozionismo settoriale né piatta dialettica. La cultura è valore universale della human tribe, per cui Dostoevskij è patrimonio dell’umanità”. Insieme al murales anche una citazione tratta da “Uccellacci ed Uccellini” di Pier Paolo Pasolini: “il testo l’ho scelto perché mi ha sempre fatto pensare a come la cultura possa far aprire gli occhi e interpretare la realtà nella sua essenza e totalità. E ho pensato che forse questo è proprio quello che ci vuole per capire la guerra e costruire la pace”.
©Jorit - Dostoevskiy
©Jorit – Dostoevskiy
  1. Marina Abramovic

Tutti ricorderanno la sua celebre performance al MoMa di New York “Art is Present” in cui l’artista di origine serba sedeva ad lungo tavolo con un vestito rosso e lo sguardo fisso e inerme verso diversi visitatori che si alternavano di fronte a lei. Compreso il suo storico compagno di vita Ulay – pseudonimo di Frank Uwe Laysiepen- scomparso il 2 marzo 2020 che sorprese la Abramovic sedendosi a quel tavolo senza che lei sapesse nulla. Il risultato fu una performance nella performance, con sorrisi e lacrime che ancora oggi restano impresse nella storia dell’arte performativa. Marina ha deciso di rimettere in scena la performace nella galleria Sean Kelly di New York: l’asta per aggiudicarsi il posto di fronte all’artista parte da 16.000 dollari che verranno interamente devoluti a ‘Direct Relief’ per il popolo ucraino, descritta dalla donna come “orgoglioso, forte e dignitoso”.
©Marina Abramovic - Art is Present
©Marina Abramovic – Art is Present
  1. United Photographers 4 Ukraine e Support Photojournalism

Ridare dignità alla professione del fotoreporter, ritornata di nuovo indispensabile in tempi di guerra: è questo l’obiettivo di Perimetro, progetto milanese nato da un forte bisogno di riconnessione con la città attraverso un racconto per immagini. I principali volti della fotografia contemporanea italiana e internazionale sono stati invitati a donare una loro immagine, che verrà venduta alla cifra di 100€, e il cui ricavato verrà devoluto al Kyiv’s Children’s Hospital (Ohmadyt), il più grande della capitale ucraina. Anche la pagina instagram Support Photojournalism, arrivata nelle ultime settimane a oltre 14 mila followers, si propone come un contenitore di supporto e visibilità della professione fotogiornalistica in Ucraina, aderendo ad iniziative di corretto uso delle immagini, di copyright e di sostegno ad uno dei mestieri più complessi così come bistrattati al mondo. United Photographers 4 Ukraine Cos’è arte? Cosa non lo è, quindi? Probabilmente una delle domande più affascinanti quanto prive di risposta della storia. Ma qualora ve lo stesse chiedendo, guardate questi progetti e provate a rispondervi da soli.   di Raffaela Mercurio    

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