Innovazione: Federmanager, al via Abigail, progetto per diffondere utilizzo big data
Roma, 28 mar. (Labitalia) – Sono 15 i manager saranno coinvolti nel progetto pilota ‘Definizione di un modello in-formativo sulle modalità e le competenze necessarie a gestire i big data a supporto delle decisioni aziendali’ IS_01_2022 (cig 906632473E) di Federmanager, l’associazione dei manager delle aziende industriali, finanziato da Fondirigenti, fondo interprofessionale per la formazione continua dei dirigenti promosso da Confindustria e Federmanager. Lo scopo è quello di avvicinare le aziende a un utilizzo più friendly dei big data, enormi volumi di dati diversificati e velocissimi che possono aiutare le aziende nelle loro attività ma ancora visti come alieni dai non addetti ai lavori. Si vuole quindi fare cultura sull’utilizzo e la lettura dei dati, rendendo chiare e comprensibili quali sono le competenze che servono nelle aziende per mettere in atto questo passaggio fondamentale.
La rivoluzione digitale ha infatti portato ad un’esplosione della quantità di dati e informazioni disponibili; la capacità di analizzare e correlare queste informazioni sta diventando un elemento basilare della competizione d’impresa e fonte di nuovo valore economico e d’innovazione. Abigail(M) – Acquisire bigdata e analytics per l’innovazione e il lavoro manageriale – questo il nome del progetto, viene portato avanti in sinergia con la management school Federmanager Academy di Roma e la Fondazione Aldini Valeriani di Bologna, Scuola di industrial management di Confindustria Emilia Area Centro. Quest’ultima ospiterà laboratori ed azioni sperimentali, avvalendosi di tutor individuati dai partner coinvolti. L’ideazione del progetto è infatti partita proprio dal capoluogo emiliano, su iniziativa di Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna. “Se è vero – sottolineano Eliana Grossi e Alberto Montanari di Federmanager, promotori del progetto – che le grandi case di software propongono oggi sistemi altamente sofisticati è vero anche che le basi e gli algoritmi utilizzati sono stati sviluppati fondamentalmente da varie Università nel mondo, che li mettono gratuitamente a disposizione.”
Un insieme di laboratori, gruppi di discussione ed azioni sperimentali porteranno i manager che partecipano al progetto a mettere mano concretamente sui software più appropriati per ottimizzare le decisioni manageriali, in particolare mediante l’uso di metodi di data analysis. Tre i laboratori, che si svolgeranno a partire da maggio 2022, dando vita a un percorso di circa 70 ore svolte in presenza: il primo di introduzione agli argomenti, il secondo orientato all’internet of things (quell’internet delle cose che porta nel mondo digitale gli oggetti della nostra esperienza quotidiana) e il terzo al marketing. Le adesioni al percorso, interamente gratuito e riservato a manager iscritti a Fondirigenti e Federmanager, vanno inviate entro il 6 maggio 2022 alla sede di Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna, che ha riservato quattro posti a manager inoccupati desiderosi di rimettersi in gioco. Info: segreteria@federmanagerbo.it.
Il percorso di sperimentazione porterà ad una modellizzazione, ovvero alla creazione di un modello che Fondirigenti potrà applicare nell’ambito delle sue attività per accrescere le competenze sull’argomento di manager non specialisti e accelerare il processo di diffusione dell’utilizzo massivo e strategico dei big data. “Il nostro obiettivo – sottolineano i promotori – è sperimentare un processo adatto a implementare in tempi brevi le competenze dei manager e i processi produttivi delle aziende grazie ad una maggiore padronanza dei big data, chiave di volta per la crescita. Ciò è particolarmente vero in un territorio come quello che si estende fra Modena, Bologna, Ferrara e Ravenna in quanto vi è una particolare attenzione alla maturità digitale.” I big data si configurano come la vera infrastruttura della rivoluzione digitale e rappresentano, nella quarta rivoluzione industriale, quello che il petrolio o l’energia elettrica sono stati per le precedenti, ovvero la base imprescindibile su cui gran parte dell’economia si regge.
Molte aziende, sostengono i partner dell’iniziativa, hanno fatto in questi anni un uso conservativo delle tecnologie Industry 4.0, come ha dimostrato una ricerca di Confindustria Emilia – Romagna di qualche tempo fa. Spesso imprenditori e top manager hanno affidato lo studio e l’implementazione di strumenti 4.0 a specialisti (interni o esterni). Ciò ha fatto sì che le tecnologie di riferimento non siano entrate del tutto nel patrimonio strategico e operativo di tante aziende. Nei territori citati, inoltre, i big data possono essere portati a conoscenza di un numero molto maggiore di imprese pronte a recepirli, in applicazioni specifiche come quelle per la meccatronica o il packaging, l’automotive o i sistemi it.
In Emilia Romagna si concentra il 70% della capacità di calcolo di tutta Italia e la Regione ha deciso di sostenere la cosiddetta Data Valley, che ha a Bologna il soggetto (Cineca) detentore di uno strumento computazionale fra i più potenti al mondo. “Il capoluogo emiliano, in più, è stato individuato dalla Ue come sede di un importantissimo centro per lo studio del clima, il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf), e sappiamo la prossimità che esiste fra questi problemi e le soluzioni che l’industria potrebbe dare col contributo imprescindibile di studi previsionali basati sui big data.”
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