9 minuti di Mina e Battisti insieme
Il 23 aprile del 1972, al Teatro 10 di Cinecittà, accadde un vero e proprio miracolo: Mina e Battisti insieme sullo stesso palco, per la prima e ultima volta. La musica italiana toccò in quel momento il suo apice.
9 minuti di Mina e Battisti insieme
Il 23 aprile del 1972, al Teatro 10 di Cinecittà, accadde un vero e proprio miracolo: Mina e Battisti insieme sullo stesso palco, per la prima e ultima volta. La musica italiana toccò in quel momento il suo apice.
9 minuti di Mina e Battisti insieme
Il 23 aprile del 1972, al Teatro 10 di Cinecittà, accadde un vero e proprio miracolo: Mina e Battisti insieme sullo stesso palco, per la prima e ultima volta. La musica italiana toccò in quel momento il suo apice.
Il 23 aprile del 1972, al Teatro 10 di Cinecittà, accadde un vero e proprio miracolo: Mina e Battisti insieme sullo stesso palco, per la prima e ultima volta. La musica italiana toccò in quel momento il suo apice.
C’è una sera nella storia della musica italiana che ha fatto da spartiacque, segnando un prima e un dopo. È la “sera dei miracoli” – il 23 aprile del 1972, cinquant’anni fa – al Teatro 10 di Cinecittà: Mina e Battisti insieme sullo stesso palco, per la prima e ultima volta. Ogni cosa, tra l’inizio e la fine, ha il proprio apice; la musica italiana lo ha toccato in quei pochi minuti.
Pare sia stata Mina, che con Alberto Lupo conduceva “Teatro 10” nell’omonimo studio, a proporre alla Rai di avere Battisti come ospite dell’ultima puntata dello show. Nonostante Lucio fosse sempre stato restio a esibirsi dal vivo – lui che non amava i grandi palchi e della riservatezza stava già facendo un perno della propria vita – decise di accettare dopo essersi confrontato a lungo con Mogol.
Aveva da poco firmato un nuovo contratto con la Numero Uno, dopo la scadenza del precedente accordo con la Ricordi Dischi, pubblicando nel dicembre del 1971 sotto la nuova etichetta uno dei suoi singoli di maggior successo: “La canzone del sole”. Di fatto, un nuovo inizio. Un’occasione come quella offertagli dalla Rai era difficilmente rifiutabile. Questo nonostante alla stampa non fosse mai andato troppo a genio il programma, tanto d’arrivare a criticare persino l’esibizione dei Bee Gees di qualche settimana prima. L’opportunità di duettare con Mina vinse ogni ritrosia.
Fu così che Lucio partì da Milano alla volta di Roma, insieme non ai Formula 3 ma a quelli che sarebbero passati alla storia come i suoi “5 amici di Milano”: Massimo Luca, Gianni Dall’Aglio, Gabriele Lorenzi, Eugenio Guarraia e Angel Salvador. Nessuno di loro poteva immaginare che avrebbero accompagnato due giganti in quello che sarebbe diventato uno dei concerti più iconici della storia della canzone italiana.
Ad ascoltare quei nove minuti di musica e a vedere l’intesa e l’energia sprigionata da entrambi, si potrebbe pensare che siano stati provati tutti i minimi dettagli dell’esibizione. Niente di più sbagliato: il medley fu costruito e pensato in treno, tra una fermata e l’altra. Soltanto una brevissima prova, ritardata dalla mancanza di pelli nuove della batteria, precedette l’uscita sul palco.
Presentato da Lupo, per l’occasione Battisti eseguì da solo (in playback) “I Giardini Di Marzo”. Mina lo raggiunse poco dopo, sciogliendo l’evidente imbarazzo di Lucio con poche parole: «Tu di solito canti le tue canzoni… Io molto spesso canto le tue canzoni. Cosa ne dici se le cantiamo insieme queste canzoni?». Sei canzoni in tutto, da “Insieme” a “Mi ritorni in mente” fino alla chiusura con “Emozioni”. Non poteva esser scelto brano migliore, a segnare il passaggio da un’epoca all’altra.
Gli splendenti anni Sessanta e i loro echi erano ormai arrivati alla loro naturale conclusione: gli anni che si stavano aprendo avrebbero avuto altro di cui cantare, altri protagonisti. La leggerezza che fino ad allora si respirava sarebbe stata messa in pausa.
La fine di un’era, in nove minuti.
di Federico Arduini
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