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Il calcio era del popolo: la storica scelta di Damiano Tommasi

Mentre Lukaku abbandona l’Inter e Messi il Barcellona, la storia di Damiano Tommasi continua a dare lezioni: 1500 € al mese per giocare in Serie A.
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Il calcio era del popolo: la storica scelta di Damiano Tommasi

Mentre Lukaku abbandona l’Inter e Messi il Barcellona, la storia di Damiano Tommasi continua a dare lezioni: 1500 € al mese per giocare in Serie A.
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Il calcio era del popolo: la storica scelta di Damiano Tommasi

Mentre Lukaku abbandona l’Inter e Messi il Barcellona, la storia di Damiano Tommasi continua a dare lezioni: 1500 € al mese per giocare in Serie A.
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Mentre Lukaku abbandona l’Inter e Messi il Barcellona, la storia di Damiano Tommasi continua a dare lezioni: 1500 € al mese per giocare in Serie A.
In Italia l’Euro è entrato in vigore da circa 2 anni e mezzo, ci sono le 7 sorelle e la domenica ha il profumo della Serie A avvolta nel ragù. I ragazzi giocano a pallone e hanno la grande fortuna di poter dare forma ai propri sogni indossando i nomi dei beniamini: Vieri, Totti, Del Piero, ma anche calciatori poco conosciuti alla massa e al tempo stesso idoli di alcuni. Si scende in strada per giocare a calcio, ci si immagina campioni con la loro maglietta. Immedesimarsi in quei campioni ripaga ogni goccia di sudore, ogni escoriazione sulle ginocchia. Si gioca pensando a loro, “perché loro non tradiranno”.

L’INFORTUNIO DI DAMIANO TOMMASI

È il 22 luglio 2004 quando il ginocchio del romanista Damiano Tommasi viene frantumato dal folle intervento di Gerry Taggart nell’amichevole contro lo Stoke City, alla faccia dell’amichevole! Il centrocampo della Roma resta privo del suo motorino, c’è grande preoccupazione per il classe ’74: la sua carriera potrebbe finire qui. Tommasi viene portato alla clinica di Villa Stuart, dove i medici devono fare un intervento ai limiti del possibile per dargli qualche speranza di tornare in campo. L’intervento chirurgico dura ben 4 ore ma ha un lieto fine: il giallorosso potrà tornare a giocare. Bella notizia a patto che Tommasi si tolga dalla testa la voglia di giocare nella stagione 2004-2005, tra l’altro l’ultima del suo contratto in giallorosso. La Roma del presidente Franco Sensi, la squadra per cui giocava dal 1996, gli sta accanto prima, durante e dopo l’operazione. Il calcio è ancora fortemente ancorato ai rapporti umani. Girano già i milioni, sia chiaro, ma città, squadra e tifosi sono una cosa sola.

TORNARE PER PASSIONE, OLTRE OGNI CIFRA

È il tempo in cui la TV decide quando e cosa mandare in onda, le persone non pretendono di avere tutto e subito, non esiste l’on demand, serve avere pazienza. C’è ancora la convinzione che le cose bisogna guadagnarsele anche quando si è ad altissimi livelli, con i fatti, non con le parole. A fine estate 2005 Tommasi vuole tornare a giocare, non per soldi, ma per rimettersi in gioco, non con una maglia qualunque, ma con la maglia della sua Roma. Così in in un solo gesto racchiude tutto ciò che abbiamo descritto finora. Chiede al presidente Sensi di farlo tornare a giocare, fa lui la proposta: 1.500€ al mese, come un operaio, ma giocando in Serie A. Damiano Tommasi, il motorino del centrocampo che 4 anni prima aveva vinto lo Scudetto, si accontenta del minimo sindacale. Certo, è una scommessa perché non è facile tornare ad alti livelli a 31 anni dopo un infortunio del genere, ma l’offerta di Tommasi in mezzo ai sonanti milioni del calcio è una dichiarazione di amore per lo sport e per la Roma. “Papà” Sensi accetta la proposta, felice di potergli ridare la gioia di giocare a calcio e di vestire quella maglia. Mentre Lukaku accetta i milioni offerti del Chelsea 2 giorni dopo aver (spontaneamente) dichiarato amore all’Inter, mentre Messi va agli sceicchi del PSG per i problemi economici del Barcellona, la storia di Damiano Tommasi pulsa ancora nella storia di questo sport. Perché i grandi esempi valgono per sempre, senza limiti di tempo, figuriamoci di denaro.

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