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Covid: Fiaso, ricoveri stabili, si blocca la discesa

22 Giugno 2022

Roma, 22 giu. (Adnkronos Salute) – La curva dei ricoveri Covid è piatta. Dopo il rallentamento progressivo del calo dei ricoveri delle precedenti settimane, la rilevazione del 21 giugno degli ospedali sentinella Fiaso mostra un arresto della riduzione e una sostanziale stabilità. Le variazioni settimanali dei pazienti Covid, sia nei reparti ordinari sia nelle terapie intensive, sono minime: nel periodo 14-21 giugno si assiste a una diminuzione di soli 2 ricoverati nei 20 ospedali aderenti alla rete della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere. L’analisi geografica dei ricoveri evidenzia tuttavia come al Sud la curva continui a scendere (-8,8%), al Nord abbia un lievissimo rialzo (2,1%), mentre al Centro abbia invertito direzione e sia cresciuta (10,8%).

Tra i ricoverati in terapia intensiva per Covid, ovvero con sindromi respiratorie e polmonari, il 37% risulta non vaccinato; tra i vaccinati, invece, quasi tutti ormai da oltre 4 mesi, il 100% è affetto da comorbidità, si legge nel report.

“L’aumento della circolazione del virus con la nuova variante – spiega il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore – ha determinato una battuta d’arresto nella riduzione dei ricoveri, che dobbiamo attentamente monitorare e che potrà portare nelle prossime settimane a un lieve rialzo, come è già avvenuto in qualche regione. Al momento comunque i numeri restano bassi e non destano preoccupazione”.

Va sottolineato tuttavia che “ci sono ancora 10 milioni di italiani che non hanno fatto la terza dose vaccinale”, rileva Migliore: “La popolazione sottoposta a ciclo vaccinale primario è di circa 52 milioni, mentre alla dose addizionale hanno aderito solo 42 milioni. Dati ancora più bassi per la quarta dose booster destinata agli anziani e ai più fragili: solo il 27% della platea di coloro ai quali è consigliata si è sottoposto a vaccinazione”.

“Il virus colpisce proprio i più deboli sprovvisti di un’ampia copertura vaccinale e, a riprova di questo, ci sono i dati che arrivano dalle nostre rianimazioni: la quasi totalità dei pazienti in terapia intensiva è costituita da soggetti affetti da altre patologie che avrebbero dovuto ricevere la quarta dose booster”, avverte il presidente Fiaso.

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