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Kaliningrad

Occhi puntati su Kaliningrad

Kaliningrad, territorio facente parte la Federazione Russa ma geograficamente collocato nell’Unione europea, è un territorio nevralgico e instabile in cui il Cremlino non vuole perdere il controllo per minare gli equilibri europei.
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Occhi puntati su Kaliningrad

Kaliningrad, territorio facente parte la Federazione Russa ma geograficamente collocato nell’Unione europea, è un territorio nevralgico e instabile in cui il Cremlino non vuole perdere il controllo per minare gli equilibri europei.
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Kaliningrad, territorio facente parte la Federazione Russa ma geograficamente collocato nell’Unione europea, è un territorio nevralgico e instabile in cui il Cremlino non vuole perdere il controllo per minare gli equilibri europei.
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Kaliningrad, territorio facente parte la Federazione Russa ma geograficamente collocato nell’Unione europea, è un territorio nevralgico e instabile in cui il Cremlino non vuole perdere il controllo per minare gli equilibri europei.
Forse non tutti sanno che all’interno dell’Unione europea vi sia un territorio facente parte della Federazione Russa. Kaliningrad, questo è il suo nome, sbocca nel Mar Baltico, confina con Polonia a Sud e Lituania a Nord, il suo capoluogo è l’omonima città di Kaliningrad che nel 1724 si chiamava Königsberg e diede i natali al filosofo Kant. La città venne fondata dai tedeschi nel 1255 e nel 1946, dopo la disfatta del nazismo e la sua conquista da parte dell’Urss, prese il nome dal rivoluzionario bolscevico Michail Ivanovič Kalinin. Negli anni Duemila, dopo il disfacimento dell’Unione Sovietica e con l’entrata nella Nato e nella Ue di Polonia e Lituania, questo territorio rimase a tutti gli effetti isolato dalla ‘matrigna’ russa. Venne quindi realizzato il “corridoio di Suwalki”, una striscia di terra con burocrazia facilitata tra Kaliningrad e la Bielorussia lunga un centinaio di km e larga 35 sotto controllo di Polonia e Lituania. Questo ha permesso, e permette tutt’ora, il passaggio senza blocchi doganali di persone e materiali sia civili che militari fra l’enclave russa e la Russia stessa. In perpendicolare a questo flusso “orizzontale” passano in “verticale” però anche le strade e le ferrovie che collegano le repubbliche baltiche all’Unione europea e la E67 che collega la Finlandia alla Polonia. Anche la Nato trasporta da qui i rifornimenti necessari per la difesa dei Paesi baltici e per questo ha istituito la forza di reazione rapida “Very High Readiness Joint Task Force” (Vjtf). Kaliningrad e il corridoio di Suwalki staccano però dal resto dell’Unione europea le repubbliche di Lituania, Estonia e Lettonia ed è facilmente intuibile come sia uno dei punti maggiormente strategici per la Russia e un tallone d’Achille per la Nato e l’Unione europea. Ogni evento che rompe gli equilibri qui può diventare catastrofico. Lo scorso 17 giugno la Lituania ha deciso di applicare le restrizioni indicate dalle risoluzioni europee e quindi di bloccare il traffico delle merci sottoposte a sanzioni in transito dalla Russia per Kaliningrad, e viceversa. L’applicazione di tali normative potrebbe essere stata anche una risposta alla presentazione avvenuta l’8 giugno scorso alla Duma di un progetto di legge per «l’abrogazione del decreto del Consiglio di Stato dell’Urss sul riconoscimento dell’indipendenza della repubblica di Lituania». La Lituania è sostenuta dalla Ue e difesa dalla Nato, la sua sovranità non è certo in discussione. Il suo governo dichiara di considerare lecito il blocco commerciale ma di voler garantire comunque il traffico passeggeri e quello delle merci non sanzionate. Dal canto suo, il Cremlino risponde che il corridoio di Suwalki è nato per garantire una continuità territoriale alla popolazione russa di Kaliningrad e che nessuna sanzione può essere erogata in questo contesto, minacciando che difenderà la sua popolazione agendo per via non diplomatica. È intuitivo comprendere come Putin farà di tutto per garantire qualsiasi cosa alla regione di Kaliningrad. Avendo un clima favorevole senza glaciazione del mare, dal 1952 è il quartier generale della flotta russa del Baltico. È un avamposto straordinario all’interno della Nato e della Ue ed è una piattaforma missilistica con un arsenale balistico ipersonico in grado di colpire in brevissimo tempo almeno 7 capitali europee con testate convenzionali o nucleari. Come abbiamo visto, la guerra in Ucraina provocata dalla Russia destabilizza molti equilibri geopolitici: dal Medio Oriente all’Asia. Ma dobbiamo anche prendere atto dei rischi provocati dall’infiltrazione russa all’interno dei confini dell’Unione europea e di come questa possa minare la fragile stabilità politica della regione e di tutta quanta l’Europa.   di Massimiliano Fanni Canelles

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