Romanzo acclamato dal pubblico, La città dei vivi diventa podcast. Sarà il suo stesso autore, Nicola Lagioia, a leggere le pagine sulla storia e l’omicidio di Luca Varani.
Dopo il grande successo letterario ottenuto quest’anno, La città dei vivi, edito Einaudi ed uscito a ottobre 2020, torna sulle scene. Ma questa volta sotto forma di podcast.
Nicola Lagioia, autore del romanzo, leggerà le sue stesse parole per un prodotto realizzato da Chora media e in uscita, a partire dal 10 ottobre, con una puntata a settimana. Attraverso la sua voce, il vincitore del Premio Strega 2015 e direttore del Salone del Libro di Torino, ci farà addentrare in uno dei casi di cronaca più violenti e discussi degli ultimi anni.
La Storia
Roma. Era il marzo 2016, quando due ragazzi di buona famiglia torturarono per ore un loro coetaneo, Luca Varani, fino ad ucciderlo. Il caso fu un terremoto per quei ragazzi, per le famiglie coinvolte e per tutta l’opinione pubblica. Invano si cercò di capire il movente, cosa avesse spinto due giovani “apparentemente ordinari” ad accanirsi con così tanta violenza su un ragazzo come loro. La cosa più sconvolgente è scoprire, man mano che la storia procede e le investigazioni dell’autore con lei, che non ci sono motivi, che l’omicidio non ha spiegazione o senso. Lagioia prova a cercarlo: fin dalle prime pagine, esplicita una connessione profonda con il caso e investiga negli abissi della storia e dei suoi protagonisti, intervista i genitori, gli amici, i partner, chi in qualche modo era stato toccato dalle vite dei due assassini e della vittima, raccoglie testimonianze e documenti. “Nessun essere umano è all’altezza delle tragedie che lo colpiscono” scrive l’autore, “gli esseri umani sono imprecisi. Le tragedie, pezzi unici e perfetti, sembrano intagliate ogni volta dalle mani di un dio. Il sentimento del comico nasce da questa sproporzione”. Ma la ricostruzione della vicenda, è anche la ricostruzione di una parte della vita dello stesso Lagioia. Un coinvolgimento fortissimo, che porterà l’autore ad affiancare e spesso a mettere anche in primo piano la sue stessa storia, togliendo talvolta spazio al caso e ai fatti di cronaca. Sullo sfondo ma protagonista anch’essa del libro, Roma, luogo del delitto e scenario della più nera corruzione e allo stesso tempo di un’estrema vitalità. “Roma è una città che non produce più niente, non ci sono industrie, non c’è cultura d’impresa, l’economia è parassitaria, il turismo è di terz’ordine. I ministeri, il Vaticano, la Rai, i tribunali… ecco di cosa è fatta Roma, una città che produce ormai solo potere, potere che ricade su altro potere, che schiaccia altro potere, che concima altro potere, il tutto senza mai un progresso, è normale che poi la gente impazzisce.” A volte una presenza anche troppo ingombrante, come se la città potesse in qualche modo giustificare l’efferato omicidio di Varani, come se potesse spiegare i tumulti dei due assassini, come se potesse prestarsi alle violenze a cui assiste in silenzio. Come se fosse in parte una sua responsabilità. Quando, invece, non è così. di Sara ToniniLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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