Mondi videoludici in 3D
La grafica 3D è diventata gradualmente lo standard estetico e videoludico, soppiantando la pixel art. Un esempio tutto italiano è “Soulstice” che fa immergere il giocatore in un pittoresco mondo medievale immaginario.
Grazie alla Sony PlayStation, introdotta nel mercato hardware delle console alla fine del 1994, la grafica tridimensionale – che aveva già conosciuto un primo boom su pc con “Doom” – diventa gradualmente lo standard estetico videoludico soppiantando la pixel art, ormai giunta al suo apice artistico e che negli anni successivi sarà sempre più relegata nella nicchia del retrogaming e delle produzioni indipendenti. Per merito del 3D è stato possibile creare dei mondi virtuali esplorabili a piacimento in cui avventurarsi come protagonisti di storie emozionanti.
Nell’appassionante ucronia steampunk narrata con sopraffina maestria da “Steelrising”, ci si ritroverà in una Parigi alternativa di fine Settecento dove la presa della Bastiglia e la conseguente Rivoluzione non sono mai avvenute a causa della repressione operata da un esercito di robot guerrieri al servizio del re. Nei panni di un automa creato per essere la guardia del corpo della regina, bisognerà salvare la città messa a ferro e fuoco, disintegrando orde di avversari meccanici in quest’epico gioco di ruolo d’azione dalle dinamiche souls like. L’accurata riproduzione di monumenti ormai scomparsi come il Pont au Change, il Grand Chatelet e la stessa Bastiglia – oltre a quelli più famosi come il Louvre o Notre-Dame – rende l’ambientazione suggestiva e indimenticabile.
Di eccellente produzione italiana, l’imperdibile “Soulstice” immerge i giocatori in un pittoresco mondo medievale immaginario dalle affascinanti atmosfere dark fantasy in cui, guidando due magiche sorelle dal legame simbiotico, bisognerà contrastare le spaventose forze del male. Grazie all’evoluzione delle abilità delle due eroine ci si potrà scatenare in spettacolari quanto adrenalinici duelli, annientando a colpi di spada e di letali incantesimi le creature demoniache che infestano un’antica città. Degne di plauso sia l’ispirata veste grafica che riprende lo stile manga di capolavori come “Berserk”, sia l’avvincente trama che svelerà il passato delle due protagoniste, lasciando incollati allo schermo fino alla conclusione di questo gioiello videoludico.
I fan di “Doom” andranno letteralmente matti per “Prodeus”, che ne onora lo spirito rappresentando un perfetto tributo alla nostalgia degli sparatutto splatter anni Novanta, partendo già dai filtri grafici che restituiscono impeccabilmente l’effetto pixellato delle vecchie texture. Zeppo di futuristici labirinti che pullulano di mostri, trappole e passaggi segreti, si dovrà riuscire a sopravvivere raggiungendo l’uscita per il livello successivo. Terminata la campagna principale, ci si potrà sbizzarrire con l’editor di mappe integrato o utilizzare il browser interno per scaricare quelle numerose già create dagli altri utenti, con cui si potrà giocare senza requie in varie modalità, da quella cooperativa a 4 partecipanti fino alla battaglia tra 16 sfidanti.
Nel ruolo di una diavolessa alata bisognerà attraversare gli inferi per arrivare a sconfiggerne l’entità guardiana nota come la Giudice rossa: è questo il soggetto del meraviglioso “Metal: Hellsinger”, frenetico sparatutto in prima persona che ha la peculiarità di creare il perfetto connubio tra una travolgente colonna sonora originale di genere heavy metal – cantata da celebri artisti del calibro di Serj Tankian (System Of A Down), Alissa White-Gluz (Arch Enemy), Randy Blythe (Lamb of God) – e l’azione di gioco con cui si modulerà dinamicamente. I danni inflitti saranno infatti sempre più devastanti nel caso in cui si spari ai nemici a tempo di musica, seguendo una specie di metronomo che circonda il mirino della propria arma: divertimento a profusione garantito.
di Piermarco Rosa
4.5
VOTO:
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Tag: recensioni, Videogame
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