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i professionisti dell'antifascismo

I professionisti dell’antifascismo

Ora che si è insediato il governo Meloni, la sinistra grida al fascismo per quelle stesse battaglie che fino a ieri diceva di portare avanti.
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I professionisti dell’antifascismo

Ora che si è insediato il governo Meloni, la sinistra grida al fascismo per quelle stesse battaglie che fino a ieri diceva di portare avanti.
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I professionisti dell’antifascismo

Ora che si è insediato il governo Meloni, la sinistra grida al fascismo per quelle stesse battaglie che fino a ieri diceva di portare avanti.
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Ora che si è insediato il governo Meloni, la sinistra grida al fascismo per quelle stesse battaglie che fino a ieri diceva di portare avanti.
In tv ho sentito una collega chiedere al presidente della Coldiretti: «In merito alla sovranità alimentare del ministro dell’Agricoltura Lollobrigida sarà proibito mangiare kebab o couscous?». Prandini, con signorile distacco, ha spiegato quel che qualsiasi persona con un minimo di raziocinio sa: «Dobbiamo difendere la filiera produttiva italiana». Che tradotto vuol dire che al parmisan tedesco dobbiamo contrapporre e difendere l’esportazione, oltre che la produzione, dell’unico vero Parmigiano: quello Reggiano. A sinistra, dopo averci fatto una testa così per anni sulla qualità italiana, sulle denominazioni di origine garantita e su protocolli vari, adesso pur di dire stupidaggini sul rinascente pericolo fascista sentono l’impellente desiderio di mangiare sushi e altro cibo. E ci mancherebbe altro! Mangiamo quel che ci pare, a meno di restrizioni dovute a patologie. Adoro il cannolo siciliano e il babà napoletano, ma da diabetico più che il fascismo temo l’iperglicemia fatale. Allarme fascismo anche sulla natalità! Ma come, l’Istat (non il Minculpop) ci relaziona ogni anno sul drammatico calo delle nascite in Italia e ora che c’è qualcuno che dovrebbe istituzionalmente pensare al da farsi gridano ai quattro venti che anche quel Ministero puzza di passato, di fascismo di ritorno. Giovani. Magari possiamo ipotizzare qualche provvedimento per migliorare la qualità della loro crescita, anche attraverso lo sport o altre iniziative. Eh no, mica vogliamo tornare ai sabati fascisti dei balilla? Meglio un sano aperitivo superalcolico e una canna, così possono darci dentro con la movida. Attenti solo a non correre poi in automobile combinando fatali disastri, peraltro distruggendo l’auto di mamma e/o di papà. Parlare di merito? Fino a ieri un mantra: occorre introdurre nelle nostre scuole e università il criterio meritocratico. “Fascistissimo” adesso che il sostantivo è stato messo lì, al Ministero della cosiddetta Istruzione. Vuoi vedere che tornano, questi despoti, a romperci le scatole con il congiuntivo e il gerundio? Una cara collega di tanti anni fa ha scritto sul suo profilo social che questo è un governo di mezzecalzette. Li aspetterei al varco prima di dare giudizi apodittici. E intanto ripasserei i nomi di chi li ha preceduti, soprattutto nei primi due governi della precedente legislatura. Di Churchill e Kissinger non ne ricordo. Evito alcuni nomi per carità di patria e umana pietà.   Di Andrea Pamparana

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