Codice Appalti – Contessa (COBUILD): La tutela delle PMI viene assicurata dai consorzi stabili. Il Governo sia coerente con gli impegni assunti in più occasioni!
(Brindisi 16/12/2024) –
La tutela delle PMI è affidata da anni ai consorzi stabili. E non a caso il 50% dei lavori pubblici è gestito proprio attraverso i consorzi stabili che assicurano un protagonismo delle piccole e medie imprese italiane.
I consorzi stabili rappresentano da anni una soluzione virtuosa per garantire la sopravvivenza e la crescita delle piccole e medie imprese (PMI) all’interno di un mercato sempre più competitivo e dominato da grandi operatori. Non è un caso che più del 50% dei lavori pubblici sia attualmente gestito attraverso i consorzi stabili, un dato che testimonia l’importanza di questi strumenti nel mantenere le PMI operative e protagoniste del settore.
Da sempre, le PMI rappresentano il motore dell’economia italiana, come ha ribadito più volte la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Durante un suo recente intervento, la Meloni ha dichiarato che “le PMI sono il cuore pulsante dell’economia italiana” e ha sottolineato l’importanza di sostenerle con politiche che ne favoriscano lo sviluppo. Allo stesso modo, il Ministro Matteo Salvini ha sempre sostenuto la necessità di tutelare le PMI, affermando già nel 2018 che “non dobbiamo smantellare quel che è stato fatto di buono, ma estendere alle PMI i benefici garantiti alle grandi imprese”.
Alla luce di queste dichiarazioni, appare evidente che le modifiche apportate all’articolo 67 dal recente correttivo al Codice degli Appalti, perseguono una direzione contraria rispetto agli obiettivi dichiarati dal Governo. Anziché sostenere le PMI, queste modifiche, riducendo drasticamente l’operatività dei consorzi stabili, di fatto limitano l’accesso ai lavori pubblici e favoriscono una concentrazione del mercato nelle mani di pochi grandi operatori.
Il MIT nella sua risposta alle criticità avanzate dagli operatori del settore ha inserito come “soluzione alternativa” la procedura dell’avvalimento, un meccanismo che consente a un operatore economico di utilizzare i requisiti di un altro soggetto per dimostrarne il possesso in fase di gara.
La motivazione alla base del correttivo è che chi opera in cantiere deve garantire di possedere strumenti e attrezzature adeguate, ma il fatto è che l’avvalimento è, nella pratica, una semplice formalità burocratica: un pezzo di carta che non assicura affatto la disponibilità reale delle risorse in cantiere. Imporre ulteriori restrizioni a questo strumento rischia di complicare inutilmente il sistema senza offrire alcun vantaggio concreto.
Va inoltre sottolineato che altre tipologie di consorzi (tradizionali) non sono state toccate da questo correttivo. Questa disparità di approccio solleva interrogativi sulla coerenza della riforma e sull’effettiva equità nel regolamentare il settore. Inoltre, non è chiaro come verrà gestito il periodo transitorio: al momento, non è stato previsto un adeguato lasso di tempo per permettere agli operatori di adattarsi. L’assenza di linee guida dettagliate lascia le imprese in una situazione di incertezza, costrette ad adeguarsi dall’oggi al domani a regole che richiederebbero programmazione e tempo per essere applicate efficacemente.
I consorzi stabili hanno già dimostrato di poter garantire l’efficienza e la sicurezza nei cantieri, offrendo alle PMI la possibilità di accedere ai lavori in modo trasparente e strutturato. Stravolgere questo sistema significa mettere a rischio non solo la competitività delle PMI, ma anche la realizzazione delle opere pubbliche in Italia.
Come evidenziato dall’onorevole Erica Mazzetti, è fondamentale lavorare sui correttivi senza stravolgere il sistema esistente. I consorzi stabili hanno dimostrato di funzionare e di essere uno strumento fondamentale per garantire la partecipazione delle PMI ai lavori pubblici. Qualsiasi modifica al Codice degli Appalti dovrebbe tenere conto di questa realtà, evitando di introdurre misure che rischiano di compromettere un sistema che ha già dimostrato la sua efficacia.
Il correttivo del Codice Appalti, così come proposto, sembra ignorare l’importanza strategica dei consorzi stabili per il sostegno delle PMI. È fondamentale che il Governo, guidato da Giorgia Meloni, insieme ai ministri competenti come Matteo Salvini, ascolti le voci degli operatori del settore e intervenga per salvaguardare un sistema che ha dimostrato di funzionare.
La politica ha tutti gli strumenti per intervenire e risolvere questo problema, salvaguardando il futuro delle PMI, attraverso lo strumento dei consorzi stabili. È una questione di scelte e di responsabilità, ma c’è un altro aspetto cruciale: la politica deve dimostrarsi coerente. Non può limitarsi ad ascoltare i suggerimenti degli uffici amministrativi, che per loro natura sono distanti dalla realtà operativa delle imprese. Deve invece prestare attenzione alle richieste degli operatori, che rappresentano anche una parte importante dell’elettorato. Ignorare le loro esigenze significa tradire la fiducia di chi si affida alla politica per risolvere problemi concreti.
Il destino delle PMI non può essere lasciato a scelte tecnocratiche. Servono decisioni coerenti, coraggiose e mirate, prese con la consapevolezza che il benessere delle piccole imprese è strettamente legato alla salute dell’intero sistema economico. La politica ha il dovere di agire, dimostrando di essere davvero al servizio dei cittadini e delle imprese da cui ha avuto il mandato.
Contatti:www.cobuild.it
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