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Alloggio a Milano resta la meta preferita per il 77% degli studenti dell’Università Bicocca, ma l’affitto è troppo oneroso

20 Marzo 2024

Milano, 20 mar. (Adnkronos) – Un’abitazione vicina alla sede del corso di studio, preferibilmente a Milano, ma a costi più accessibili. Per il 77,5 per cento degli studenti la meta preferita rimane la città di Milano, ma il 45 per cento degli studenti in affitto privato lo ritiene troppo oneroso. Queste le esigenze emerse dall’indagine svolta da Milano-Bicocca sulla situazione e i fabbisogni abitativi degli studenti, presentata oggi, in occasione della Giornata dell’Università, durante il seminario “L’emergenza abitativa degli studenti milanesi: un dialogo tra Università, studenti e territorio”.

Al convegno, aperto dall’intervento della rettrice Giovanna Iannantuoni, hanno partecipato Alessandro Fermi (assessore all’Università, ricerca e innovazione, Regione Lombardia), Pierfrancesco Maran (assessore Casa e piano quartieri, Comune di Milano) e Barbara Morandi, studentessa (Rappresentante degli studenti presso il CNSU), in dialogo sulle politiche istituzionali degli Atenei sul tema abitativo.

A questa parte è seguito un dibattito organizzato dal movimento Tende in piazza e dai rappresentanti degli studenti negli organi nazionali. Le conclusioni della giornata, infine, sono state affidate ai rappresentanti dei tre atenei milanesi (Milano-Bicocca, Statale di Milano e Politecnico).

La ricerca sulla condizione abitativa degli studenti di Milano-Bicocca è stata condotta dal gruppo di ricerca del dipartimento di Sociologia e ricerca sociale coordinato da Silvia Mugnano e composto da Igor Costarelli, Fabio Gaspani, Carola Giannotti Mura e Riccardo Ramello.

Questa indagine è la prima ad offrire un quadro della condizione abitativa e dei fabbisogni degli studenti di Milano-Bicocca, attraverso l’analisi di dati raccolti con un questionario – proposto nel periodo compreso tra luglio e ottobre 2023 – a cui hanno risposto 19.401 studentesse e studenti, oltre il 52 per cento della popolazione studentesca dell’Ateneo, per il 59,5 per cento iscritti ad anni successivi al primo.

Tra i risultati, si rimarca l’ampiezza territoriale del bacino di utenza dell’Ateneo: la maggior parte del campione (47,5 per cento) ha la residenza anagrafica in una provincia lombarda fuori dalla Città metropolitana di Milano. La città di Milano resta però la meta preferita degli studenti, come dichiara il 77,5 per cento dei partecipanti.

Tra coloro che vorrebbero cambiare situazione abitativa, circa il 30 per cento indica il comfort abitativo carente, il 16 per cento sottolinea invece il costo eccessivo di locazione. Tra coloro che vorrebbero cambiare zona, la principale ragione è la scomodità rispetto alla sede dei corsi (68,9 per cento).

Altro dato significativo emerso dall’indagine è il numero ancora esiguo degli studenti che vivono in residenze universitarie: questi costituiscono il 6,3 per cento dei partecipanti in possesso dei requisiti economici minimi per l’accesso agli alloggi universitari coperti dal Diritto allo Studio immatricolati al primo anno e il 2,7 per cento degli iscritti ad anni successivi al primo.

Il questionario, infine, si è focalizzato sulle esigenze degli studenti rispetto all’implementazione di un servizio di supporto all’abitare dedicato agli studenti di Milano-Bicocca. Quasi il 60 per cento dei partecipanti ha sottolineato l’estrema importanza di un tale servizio e per la metà di loro (il 50,83 per cento) questo dovrebbe occuparsi di fornire una mediazione tra domanda e offerta del mercato privato. Senza dimenticare però l’implementazione delle residenze universitarie, come sottolinea il 40 per cento degli studenti.

”Agevolare il diritto alla studio di ciascun studente è un compito primario che un ateneo attento alle esigenze dei suoi studenti deve perseguire – ha detto la rettrice Giovanna Iannantuoni – Quest’ indagine di Milano-Bicocca ha sottolineato con chiarezza che per far questo si rende necessaria una forte alleanza tra università, enti locali, regioni e governo. La giornata di oggi, in cui le università si aprono alle città, vuol essere un primo passo verso questa direzione”.

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