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Chiropratici, 50% assenze lavoro in Ue causate da dolore muscolo-scheletrico

14 Ottobre 2022

Roma, 14 ott. (Labitalia) – L’Associazione Italiana Chiropratici aderisce al “World Spine Day”, ovvero la giornata mondiale della colonna vertebrale che si celebra il 16 ottobre di ogni anno, per porre in evidenza il peso del dolore spinale e delle conseguenti disabilità in tutto il mondo. Con la partecipazione di professionisti della salute, esperti di esercizio e riabilitazione, difensori della salute pubblica, scolari e pazienti, la Giornata mondiale della colonna vertebrale viene celebrata in tutti i continenti. Al centro dei temi cari ai dottori chiropratici ci saranno la promozione dell’attività fisica, la buona postura e le condizioni di lavoro sane, per incoraggiare le persone sono a prendersi cura della propria colonna vertebrale e a rimanere attive durante la loro vita.

Organizzato dalla Federazione mondiale di chiropratica, il World Spine Day ha oltre 800 sostenitori organizzativi ufficiali in tutto il mondo, tra cui l’Associazione Italiana Chiropratici, che dal 1974 tutela il paziente e la professione stessa dal fenomeno dell’abusivismo.

“I dottori chiropratici italiani attendono dal 2007 che il percorso di riconoscimento della professione venga a compimento con il riconoscimento del percorso di studi –spiega John Williams, presidente dell’Aic– la laurea magistrale del chiropratico è l’unico strumento possibile affinché i pazienti possano avere la certezza di affidarsi a professionisti qualificati”. In Italia, nel 2022, sono attivi 356 studi professionali dove operano i dottori Chiropratici laureati secondo gli standards internazionali. Uno studio professionale ogni 366 mila abitanti, in netto contrasto con il dato USA, dove sono in attività oltre 70 mila dottori chiropratici con un rapporto tra professionisti e popolazione pari a uno ogni 4.700 abitanti.

“Il ruolo del dottore chiropratico è soprattutto quello di trovare e correggere le cause dei problemi dell’apparato neuro-muscolo-scheletrico in modo da prevenire il ripetersi delle disfunzioni e rallentare la conseguente degenerazione per avere una buona qualità della vita- spiega Williams-. Durante il mese di ottobre negli studi dei dottori chiropratici poniamo l’accento su iniziative di divulgazione che aiutano i pazienti a essere più consapevoli di come il proprio stile di vita sia spesso la vera causa dei disturbi alla schiena. L’approccio alla salute del chiropratico, consiste nella visione generale dello stato di salute e lavora sulle concause che determinano gli squilibri del corpo. È per questo motivo che specie in un periodo così difficile, determinato dai recenti lockdown dovuti alla pandemia Covid, stiamo rilevando come ci sia una recrudescenza di tali disturbi rispetto al totale della popolazione”.

Secondo le stime e le proiezioni statistiche delle associazioni mondiali della chiropratica si rileva che almeno un miliardo di persone nel mondo soffra di dolore alla colonna vertebrale. Una vera e propria piaga sociale che colpisce le persone in ogni fase della propria vita e che rimane la principale causa di disabilità sull’intero pianeta. Una gestione e una prevenzione efficaci sono quindi fondamentali e la Giornata mondiale della colonna vertebrale di quest’anno incoraggerà le persone a prendere provvedimenti rispetto alla propria condizione di salute.

In concomitanza con la Giornata Mondiale della Colonna Vertebrale A livello globale, la Foundation for Chiropractic Progress (F4CP), organizzazione senza fini di lucro dedicata all’educazione sul valore della cura chiropratica, e la World Federation of Chiropractic (WFC) hanno rilevato che nel 2017 sono stati registrati circa 1,3 miliardi di casi di diagnosi di disturbi cronici con 121.300 decessi, con la lombalgia citata come la condizione correlata più comune, che rappresenta più di un terzo (36,8 %) di tutti i casi. La tendenza è al rialzo, rilevano le associazioni internazionali e c’è, oggi più che mai, maggiore necessità di servizi di chiropratica.

Un problema che riguarda in maggior misura le popolazioni nelle parti del mondo più povere dove i cittadini non hanno accesso a risorse sanitarie convenzionali per la cura del dolore spinale e della disabilità. Ma il dolore spinale affligge anche i paesi ad alto reddito, con il “mal di schiena” che è tra le prime cause di invalidità con un impatto enorme anche sul lavoro, sull’industria, sulle spese dei sistemi sanitari e sull’economia in generale, tanto che viene stimato un costo totale per i sistemi sanitari europei di circa 300 miliardi di euro, con un peso relativo nei singoli paesi europei che arriva a rappresentare tra il 2 e il 3 per cento del prodotto interno lordo.

Sempre a livello economico il dolore muscolo-scheletrico è causa di circa il 50 % del totale delle assenze dal lavoro nell’Unione Europea, per un totale di 500 milioni di giorni di malattia all’anno, (da considerare che le assenze durano almeno tre giorni), e rappresenta il 60% dei casi di incapacità lavorativa permanente.

Secondo quanto riportato dagli studi sul dolore della rivista The Lancet, inoltre, circa il 15 per cento degli europei che soffrono di mal di schiena, sono in congedo per malattia da oltre un mese.

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