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Consulta: Fp Cida, bene sentenza su tetto retributivo pubblico impiego, ora sistema equo

28 Luglio 2025

Roma, 28 lug. (Labitalia) – Funzione Pubblica Cida accoglie con favore la sentenza n. 135 del 2025 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del tetto retributivo fisso di 240.000 euro lordi annui per i dirigenti e magistrati del pubblico impiego, introdotto nel 2014. La Consulta ha chiarito che un limite retributivo non è di per sé incostituzionale, ma deve essere definito in modo dinamico, ancorato al trattamento economico del Primo Presidente della Corte di Cassazione, come avveniva prima della riforma del 2014.

“Quella soglia fissa – dichiara Roberto Caruso, presidente di Funzione Pubblica Cida – era ormai anacronistica e penalizzante. Nata in una fase di emergenza, ha finito per svalutare competenze e responsabilità fondamentali per il buon funzionamento dell’apparato pubblico. È giunto il momento di costruire un sistema retributivo sostenibile, aggiornabile e trasparente, che tenga conto del valore e del merito della dirigenza pubblica. Con questa sentenza si apre finalmente l’occasione per la pubblica amministrazione di attrarre talenti e competenze sul libero mercato del lavoro”. FpCida sottolinea che la Pa non può permettersi di avere ai propri vertici retribuzioni incomparabilmente più basse a parità di budget gestito e personale coinvolto, rispetto al settore privato. Un’adeguata valorizzazione delle alte professionalità rappresenta non solo un dovere istituzionale, avverte, ma anche un fattore strategico per la competitività e l’efficienza dell’intero sistema pubblico.

“L’adeguamento del limite può diventare anche un utile strumento anticorruttivo – prosegue Caruso – perché rafforzare la responsabilizzazione dei vertici e riconoscere in modo trasparente il valore del lavoro pubblico significa anche presidiare legalità e integrità”. “Come Federazione del pubblico impiego, da anni sosteniamo l’illogicità di questa misura – conclude Caruso . sostenuti anche dalla nostra Confederazione Cida, che ha ribadito questa posizione pubblicamente in occasione della presentazione alla Camera del secondo Rapporto sul ceto medio. La sentenza della Consulta dà ora forza a una battaglia che portiamo avanti con coerenza e spirito costruttivo”.

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